La dottoressa Silvia Leonetti, del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, può aiutarci a capire perché i nostri amici a quattro zampe quando giocano o sono particolarmente contenti di qualcosa, ce lo comunicano scodinzolando allegramente.
In collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza, l’Università di Medicina Veterinaria di Vienna e il Max Planck Institute for Psycholinguistics, Silvia Leonetti ha riassunto in un accurato studio scientifico le ricerche esistenti riguardo i meccanismi, l’evoluzione e la funzione dello scodinzolio dei cani domestici.
Gli autori della pubblicazione avanzano due ipotesi evolutive per spiegare l’insorgenza di questo comportamento evidente, a tutti, ma scientificamente ancora poco chiaro.
Scodinzola a destra o a sinistra?
Le code sono comuni a tutti i vertebrati e si sono originariamente evolute per dare equilibrio alla locomozione; molti animali le usano anche per scacciare i parassiti.
Nei canidi, però, le code non sono più utilizzate per la locomozione, ma piuttosto per la comunicazione rituale attraverso un movimento asimmetrico, a seconda degli stimoli che incontrano.
Questo fatto suggerisce che ci sia una lateralizzazione cerebrale, con:
una tendenza a scodinzolare sul lato destro, determinata dall’attivazione dell’emisfero sinistro, per gli stimoli che hanno una valenza emotiva positiva;
al contrario, i cani mostrano uno scodinzolio orientato a sinistra, quindi l’attivato dall’emisfero destro, per gli stimoli che suscitano ritiro, per esempio quando viene mostrato un cane sconosciuto.
Associare lo scodinzolio all’eccitazione, sia positiva, sia negativa, suggerisce una correlazione con gli ormoni e i neurotrasmettitori legati a questo tipo di reazione.
«Nessuno studio ha seguito lo sviluppo del comportamento scodinzolante nello stesso individuo per tutta la vita. In un caso, tuttavia, sono state confrontate le caratteristiche comportamentali dei cuccioli di cane e di lupo. I cuccioli di cane di quattro-cinque settimane hanno iniziato a scodinzolare frequentemente e a manifestare preferenze per la persona che li accudiva. I cuccioli di lupo, invece, scodinzolavano molto meno» dichiara Silvia Leonetti.
Informazioni comportamentali
Il movimento della coda e la sua posizione trasmettono informazioni nelle interazioni cane-cane, cane-uomo e cane-oggetto. Tra i canidi, lo scodinzolio con un portamento basso è spesso usato come segno visivo di acquiescenza, sottomissione o intento non aggressivo.
Uno studio ha rilevato che in attesa del cibo, i cani scodinzolano di più quando è presente un umano rispetto a quando non lo è, suggerendo che lo scodinzolio può funzionare anche come segnale di richiesta.
«Lo scodinzolio dei cani è un comportamento evidente ma scientificamente sfuggente. La sua unicità, complessità e ubiquità sono potenzialmente associate a molteplici funzioni, ma i suoi meccanismi e la sua ontogenesi sono ancora poco conosciuti. Queste lacune ci impediscono di comprendere appieno la storia evolutiva del moderno comportamento scodinzolante e il ruolo svolto dall’uomo in questo processo» conclude Leonetti.
Lo studio “Why do dogs wag their tails?”, condotto in collaborazione con le Università di Roma, Vienna e il Max Planck Institute for Psycholinguistics, è stato pubblicato sulla rivista Biology Letters.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com