Dopo un’estinzione di massa? La vita va avanti. Sembra del semplice ottimismo ma in realtà è esattamente quello che è successo durante tutta la storia della terra. Altrimenti non saremmo qui a raccontare che si sta facendo luce sulla grande estinzione di fine Cretaceo, la più famosa.
Circa 66 milioni di anni fa un meteorite del diametro di 14 Km si schiantò sulla terra, innescando una serie di eventi che determinarono una delle più grandi estinzioni della storia del nostro pianeta.
I detriti e i gas che si svilupparono nell’impatto sollevarono un’immensa nube che oscurò l’atmosfera, provocando un drastico calo delle temperature e addirittura un lungo inverno durato un secolo.
Scomparvero tutti i dinosauri, moltissime piante e buona parte degli organismi marini e la fotosintesi divenne quasi impossibile a causa della scarsità di luce.
Uno studio recente mostra però che alcuni microrganismi planctonici fotosintetici riuscirono a sopravvivere all’impatto. Si tratta di alghe e batteri fluttuanti che poi grazie alle correnti, precipitavano gradualmente verso il fondale alimentando così gli l’ecosistema dell’oceano profondo.
Ecco spiegata quella che fino a qualche tempo fa sembrava un’apparente contraddizione: com’è stata possibile la vita nelle profondità oceaniche, nel periodo dopo l’impatto, se il ciclo della vita dei mari si era interrotto?
L’oceano ha quindi avuto una risposta più efficace di quello che si pensava.
Sono comunque serviti circa 1,7 milioni di anni per recuperare a pieno le funzioni delle catene alimentari marine e per permettere agli organismi rimasti di evolversi ed andare a ricoprire tutti i ruoli liberati “grazie” all’estinzione.
Un evento complesso su cui c’è ancora tanto da scoprire, è di pochi giorni fa infatti la notizia che sono cominciate le perforazioni del cratere Chicxulub, nel Golfo del Messico, per cercare di scoprire tutti i segreti di un’estinzione così terribile e così affascinante.
Per i più scettici, anche in Italia abbiamo le prove della caduta del meteorite: il famoso limite K/T (Cretaceo/Terziario), un sottile strato di sedimento che contiene alte concentrazioni di metalli molto comuni nei meteoriti. Si può vedere molto bene in un affioramento nella bella zona di Gubbio, e riteniamoci fortunati perché una gita a vedere un’estinzione non capita spesso.
Illustrazione: Silvia Venturi
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