Rinchiusi in box singoli per le prime otto settimane di vita, senza la possibilità di alcuna interazione con gli animali della loro stessa specie e alimentati con latte artificiale.
Questo, per milioni di vitelli allevati in Europa, è la quotidianità.
«Confinati in questi box singoli, i vitelli non possono vivere la loro socialità così come normalmente farebbero in natura e, inoltre, non possono muoversi e neanche giocare» spiega la LAV.
In gabbia per mesi
Una recente inchiesta condotta da CIWF in Polonia ha filmato vitelli disidratati, malnutriti, tenuti nella neve senza la possibilità di scaldarsi l’un l’altro.
«In alcuni casi i box singoli non consentivano neanche il contatto visivo fra gli animali e, in altre circostanze, i vitelli erano tenuti in box singoli anche dopo le 8 settimane, violando così la normativa europea» aggiunge la LAV.
Il mito del benessere negli allevamenti
In Italia sono 1,8 milioni gli animali che ogni anno vengono allevati in queste condizioni.
«Sappiamo che gli italiani sono sempre più sensibili alle condizioni in cui vengono allevati gli animali e non possiamo permettere che vengano influenzati da comunicazioni fuorvianti e spesso finanziate con fondi pubblici. Come nel caso della campagna europea vivailvitello che racconta la storia del vitello felice; la realtà negli allevamenti intensivi è ben diversa» spiega l’associazione che aderisce alla campagna End The Cage Age per chiedere che venga fermato l’allevamento in gabbia su tutto il territorio europeo.
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