Mucche a terra, stremate dall’allevamento intensivo, vitelli appena nati scaraventati col trattore in piccoli box e sottoposti alla bruciatura delle corna senza anestesia, animali picchiati con calci e tubi di ferro.
Sono immagini crude e violente quelle raccolte dagli attivisti sotto copertura di Essere Animali che, per la prima volta, hanno filmato cosa accade negli allevamenti per la produzione di latte del Nord Italia.
Irregolarità quotidiane
Le immagini raccolte mostrano maltrattamenti in violazione alla legge sulla protezione degli animali e sono già stati segnalati alle autorità competenti.
«Ma molte delle problematiche legate al benessere degli animali non deriverebbero da comportamenti illegali – spiega l’associazione –. Sarebbero, invece, causate dalle condizioni di allevamento intensivo e dall’iperproduzione di latte a cui sono sottoposte le mucche».
I video denunciano i comportamenti violenti degli operatori che colpiscono le mucche con calci e tubi di ferro.
«Per questo si può ipotizzare il reato di maltrattamento di animali», spiegano gli attivisti.
Le violenze, negli allevamenti da latte, sono all’ordine del giorno: la decornazione dei vitelli, che viene effettuata su tutti i bovini di allevamento ma deve essere eseguita con anestesia dal veterinario, è fatta da un operatore improvvisato. E poi ancora il sollevamento con mezzi meccanici di mucche agonizzanti a terra, pratica vietata dal Regolamento CE n.1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto.
La solitudine dei vitelli
Negli allevamenti intensivi le mucche sono costrette a partorire un vitello ogni anno poiché, come tutti i mammiferi, producono latte solo dopo il parto. Spesso anche i calori sono indotti con sostanze chimiche, dal momento che sarebbe economicamente sconveniente mantenere mucche improduttive. Per la maggior parte della loro vita sono quindi gravide, ma al tempo stesso vengono munte con mungitrici meccaniche due volte al giorno per 300 giorni l’anno. Le telecamere nascoste degli infiltrati hanno ripreso anche il momento del parto e la brutale separazione subito dopo la nascita del cucciolo dalla madre che viene trasportato con un trattore, legato per una zampa e gettato in un minuscolo box dove, per legge, potrà rimanere per 8 settimane. Se il vitello è femmina diventerà una mucca da latte, se è maschio sarà macellato a sei mesi per la sua carne bianca, ottenuta attraverso un’alimentazione povera di ferro.
«Il vitello viene separato dalla madre perché il latte è destinato al consumo umano, dalla cui vendita gli allevatori traggono più del 95% dei loro profitti. I vitelli maschi che non producono latte sono considerati quindi come un sottoprodotto e valgono meno. Le immagini mostrano diversi vitelli morti e agonizzanti», prosegue Essere Animali.
La condanna del Ministro
Le immagini sono state raccolte in un video di denuncia a cui l’attore Tullio Solenghi ha prestato la propria voce.
Anche il Ministro della Salute Giulia Grillo ha apertamente condannato quanto avviene negli allevamenti. «Queste sono immagini atroci. La violenza sugli animali è inaccettabile – ha detto in un post pubblicato su Facebook –. Ben vengano le segnalazioni per interrompere questi orrori con sanzioni anche molto pesanti. Chi maltratta gli animali non merita rispetto!».
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