Alcuni pesci scorpione (Pterois volitans) sono stati rinvenuti al largo delle coste della Turchia e di Cipro. A darne notizia è l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) che ha lanciato l’allarme sulla possibilità che anche il Mediterraneo venga invaso da questa specie aliena, particolarmente pericolosa tanto per la fauna ittica quanto per l’uomo.
Introdotta dall’uomo
Il pesce scorpione è originario dell’Oceano Pacifico e del Sud-Est asiatico. La sua presenza storica si estende dal Giappone alla Polinesia fino all’Australia ma da alcuni decenni il suo areale è in espansione. Ne sono un esempio le acque del Mar Rosso, da cui proverrebbero gli individui avvistati in Mediterraneo, e quelle dei Caraibi dove questa specie è segnalata dagli anni ’90 a causa dell’uomo: pare, infatti, che alcuni proprietari di acquari abbiano deciso di sbarazzarsi di questi pesci liberandoli in mare.
Quali danni provocherebbe l’invasione
Il pesce scorpione, conosciuto anche col nome di pesce leone, è un predatore temibile. La sua presenza causa spesso la riduzione del numero degli altri pesci, molti di questi di interesse commerciale. Nelle aree in cui questo pesce normalmente vive sono stati registrati cali del 65% della popolazione di altri pesci.
Ma non solo: a causa della sua alta tossicità, la presenza del pesce scorpione nelle acque è un duro colpo anche al turismo, dal momento che dissuade bagnanti e sub a frequentare i tratti di mare in cui viene avvistato. Nonostante i suoi aculei velenosi siano raramente letali, il contatto con le tossine del Pterois volitans causa forti eritemi, che nei casi più seri possono dar vita a necrosi locali e alterazione della sensibilità della zona interessata.
La possibile soluzione
Eppure la soluzione per contenere l’invasione del pesce scorpione parrebbe essere facile da attuare. La carne di questo pesce è particolarmente ambita e prelibata e, recentemente, è stata inclusa dal SeaFood Watch – un programma che orienta i consumatori e le aziende verso stock ittici più sostenibili – nella lista “prima scelta”.
La tossicità della tossina presente nel Pterois volitans viene inibita dalle alte temperature e, se cotto adeguatamente, il consumo di questa varietà di pesce sarebbe del tutto sicuro.
Lo sanno bene a Cuba, dove la tendenza a consumare carne di pesce scorpione è in rapida ascesa. Avvistato per la prima volta in quella zona nel 2007, il lionfish è ora diventato un piatto di tendenza. Chi lo ha assaggiato ha detto che la sua carne bianca è particolarmente saporita.
In questa direzione si sta muovendo anche la Whole Foods: il colosso alimentare statunitense vorrebbe inserire il pesce scorpione tra i prodotti da commercializzare.