Il pesce ritratto in questa foto, scattata da Bessy Stancanelli, nota fotografa subacquea e ricercatrice, appartiene a una specie che sicuramente molti lettori conoscono.
Tuttavia, questo specifico esemplare di pesce scorpione (Pterois miles) è destinato a diventare famoso perché è stato il primo a essere stato fotografato in acque italiane, certificando così l’arrivo sulle nostre coste di questa ennesima specie aliena.
Il pesce scorpione in Mediterraneo ha una storia lunga. Ripercorrendo sin dall’inizio le tappe della sua diffusione in questo mare, si scopre che il primo avvistamento avvenne nel luglio 1991. Seguì un lungo periodo di silenzio fino a quando, nel 2012, altri due esemplari furono rinvenuti lungo le coste del Libano cui ne seguirono rapidamente altre, e sempre più numerose, nel bacino levantino, in cui il pesce scorpione non è più un ospite, ma un residente abituale, soprattutto in acque turche e lungo le coste di Cipro, dove ormai è caccia libera per cercare di ridurre l’impatto di questa specie. Secondo gli esperti la presenza di questo predatore ha effetti nocivi per le comunità ittiche. Il pesce scorpione, infatti, è molto aggressivo, si trova all’apice della catena alimentare e ha un forte impatto sugli individui giovanili di altre specie, dovuto in particolare al fatto che i pesci mediterranei si trovano a dover contrastare una specie che non conoscono. Al contrario, nei mari d’origine, il Pterois ha nemici naturali che con il tempo hanno evoluto strategie adatte a farne una loro preda.
Nuota, nuota, come era prevedibile, il pesce scorpione è giunto fino in Italia, più precisamente nelle acque siciliane della Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari, dove il 23 settembre 2016, a 3,5 metri di profondità, l’esemplare della foto è stato avvistato da Bessy Stancanelli e Vincenzo Di Martino, compagni nella vita e nella ricerca, nell’ambito di immersioni di studio sulla diffusione di specie algali aliene e invasive. Quando si dice il destino!
La fama e la risonanza del pesce scorpione presso quello che viene definito il grande pubblico hanno avuto anche un effetto positivo, stimolando l’interesse per le problematiche legate all’arrivo di specie aliene nei nostri mari, e procurando nuovi adepti e visitatori a progetti di citizen science on-line e social. Come, per esempio, il gruppo Facebook “ODDFISH”, dove si incontrano pescatori, appassionati e ricercatori, o il gruppo Facebook “Sea Watchers Italia alghe aliene” dedicato espressamente a questo gruppo di vegetali marini che stanno dando un importante contributo (purtroppo) a modificare i paesaggi subacquei del Mediterraneo.
Eventuali segnalazioni di specie strane, accompagnate quando possibile da foto, possono essere inviate anche all’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) all’indirizzo alien@isprambiente.it.
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