La sua fama non è certo delle migliori: addomesticato migliaia di anni fa per essere sfruttato, sia a scopo alimentare, sia come mezzo di comunicazione, oggi il piccione (Columba livia), a causa di un incremento demografico delle sue popolazioni, sta creando qualche problema di convivenza, soprattutto nelle città.
Ai piccioni, infatti, si dà colpa della sporcizia che spesso invade i marciapiedi e il volatile è più volte finito sotto accusa per i danni causati agli edifici e ai monumenti storici. Ma non solo: i piccioni sono considerati responsabili di danni all’agricoltura e – dato che ostacolano il traffico aereo – anche all’economia.
Eppure, una convivenza pacifica con questo volatile è possible. In difesa dei piccioni, più volte vittime di avvelenamenti di massa, è scesa in campo la Lipu che ha stilato un decalogo.
Ecco i consigli della Lega italiana protezione uccelli:
1- progettazione architettonica consapevole, ossia la realizzazione di edifici che disincentivino la presenza e la nidificazione del piccione ma che non impediscano l’accesso ad altre specie come rondoni, passeri, rapaci e pipistrelli
2- utilizzo di dissuasori di appoggio
3- posizionamento di reti anti intrusione per impedire l’accesso dei piccioni in balconi, capannoni, cortili, porticati e torri campanarie
4- limitazione del rifornimento di cibo. Infatti, il volatile trova già nelle città e nelle aree circostanti risorse in abbondanza
5- promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione basate su dati etici e su contenuti tecnici e scientifici
6- incremento dei predatori naturali, tramite l’installazione di nidi artificiali adatti al falco pellegrino, l’allocco o la taccola
7- allestimento di colombaie nei parchi urbani, in modo da garantire anche il controllo sanitario
8- pianificazione di censimenti e monitoraggi
9- miglioramento dell’igiene pubblica
10- utilizzo di deterrenti ottici, in ambiti diversi da quelli urbani
Tra i rimedi sconsigliati dalla Lipu c’è il ricorso alla falconeria, che impiega rapaci come falchi pellegrini e sparvieri per allontanare i piccioni. “Questa pratica, oltre ad essere eticamente inaccettabile – spiega Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu – si basa sul presupposto errato che la preda abbandoni l’area in presenza del predatore. Semmai, la preda si limita a nascondersi alla sua vista, per poi tornare a frequentare l’area e anche a nidificarvi, come dimostrano i nidi che il piccione ha realizzato in città anche nei pressi di quelli costruiti dal falco pellegrino”.
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