Nessun angolo del Pianeta è al riparo dall’inquinamento della plastica. Neppure i luoghi più remoti, come la Fossa delle Marianne, la più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo.
I ricercatori dell’Università inglese di Newcastle hanno, infatti, scoperto che micro plastiche sono presenti anche nel corpo dei crostacei che abitano nelle profondità oceaniche, a 11 chilometri dalla superficie.
Le analisi hanno mostrato come gli animali marini abbiano ingerito parti di nylon, PVC e PVA. «Quando la plastica raggiunge queste profondità vi rimane intrappolata – ha spiegato il dottor Alan Jamieson, professore di ecologia maria dell’ateneo inglese e autore dello studio –. I dati raccolti sono davvero impressionanti: mai avremmo pensato che a questa profondità gli animali mangiassero la plastica. Significa che siamo di fronte ad un problema di immensa portata».
Gamberi mangiatori di plastica
Le analisi hanno preso in considerazione altre zone degli Oceani, come quelle al largo del Cile e le Nuove Ebridi. Dallo studio è scaturito che mentre il 100% dei crostacei della Fossa delle Marianne ha ingerito plastica, solo la metà di quelli che vivono nelle Nuove Ebridi aveva in corpo particelle di polimeri. Un dato comunque preoccupante.
Più plastica in mare che stelle nella nostra galassia
La data fatidica è quella del 2050: entro la metà del secolo, ci saranno più pezzi di plastica in mare che pesci. Attualmente non è che vada molto meglio: secondo le ricerche in mare ci sono 51 trilioni di particelle di micro plastiche, più delle stelle che compongono la nostra galassia.
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