Da ormai alcune decine di anni un eccentrico signore con barba bianca e capelli lunghi, cappello da cowboy e parlantina sciolta va in giro per il mondo alla ricerca dei fossili di dinosauri più belli e insoliti, costantemente a caccia di nuove scoperte. Le terre del Wyoming, nel nordovest americano, sono il suo habitat di ricerca naturale. Le famose cave di Como Bluff, in particolare, sono le sue preferite: questo grazie all’incredibile varietà di reperti fossili che ancora oggi, a più di un secolo di distanza dalla loro scoperta, continuano a fornire.
Robert T. Bakker, questo il suo nome, è un paleontologo americano del New Jersey, allievo a Yale del grande biologo John Ostrom e poi dottore di ricerca in paleontologia ad Harvard. È forse l’artefice principale di una rinnovata visione del mondo dei dinosauri, iniziata intorno agli anni Sessanta del Novecento e definitivamente affermatasi nel 1986 quando diede alle stampe la sua opera più celebre, “The Dinosaur Heresies”. Questo nuovo modo di concepire gli antichi dominatori della terra si può riassumere in pochi, semplici punti: i dinosauri erano animali a sangue caldo, molto attivi, intelligenti e dalla socialità complessa. Con questa nuova concezione dei giganti del passato si è superata una visione obsoleta che li disegnava come animali goffi, lenti, scarsamente intelligenti. I loro punti in comune con gli uccelli, loro diretti discendenti, sono così divenuti ben più numerosi di quelli con altri rappresentanti della loro stessa classe, come ad esempio le lucertole, che pur da loro presero il nome (dinosauro, termine coniato dall’inglese Richard Owen, significa “lucertola terribile”). Secondo questa concezione, chiamata the Dinosaur Renaissance (letteralmente il “Rinascimento dei Dinosauri”), il dominio assoluto dei rettili sulla terra, durato oltre 130 milioni di anni, avrebbe influito anche sull’evoluzione di altri gruppi di organismi, come i mammiferi o le Angiosperme, le piante da fiore.
La visione di Bakker sui dinosauri è condivisa dalla grande maggioranza dei paleontologi attuali e lo scienziato del New Jersey oggi contende al connazionale Jack Horner il titolo di studioso dei dinosauri più celebre. Dopo che un personaggio a lui ispirato viene sbranato da un tirannosauro nel film “Il mondo perduto” di Spielberg, Bakker ha chiamato il collega per dirgli “te l’avevo detto che T. rex era un cacciatore!” per contestare la visione di Horner, secondo cui si trattava invece di un necrofago. L’istrionico scienziato ha anche affermato di voler scoprire un giorno un vorace predatore dal cervello particolarmente piccolo, in modo da poter dedicare il suo nome all’agenzia delle entrate americana.
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