Il martin pescatore è noto per essere un “tipetto” tutt’altro che socievole. Infatti, vive la maggior parte della sua vita solitario e passa il tempo perlustrando il territorio che ha eletto a proprio feudo, minacciando eventuali congeneri, compresi quelli di sesso opposto, che si avventurano oltre i confini. Il nostro martin pescatore cambia atteggiamento durante la stagione riproduttiva, anche se avvisaglie del suo brutto carattere si notano anche durante la formazione della coppia. All’inizio, infatti, la femmina corteggiata si dimostra scorbutica e non di rado assume atteggiamenti di minaccia verso il partner. Poi le cose si sistemano e la coppia trova il giusto equilibrio per procedere nel delicato compito della riproduzione. Durante l’allevamento dei pulcini solitamente i genitori arrivano al nido separatamente e mi è capitato di notare che se un partner arrivava nel momento in cui l’altro genitore si apprestava a entrare nel nido, si allontanava con il pesce nel becco, ritornando solo dopo che il coniuge se ne era già andato. Sinceramente ho avuto poche occasioni di fotografare la coppia sullo stesso posatoio se non durante il corteggiamento; mi è capitato di fotografare due giovani usciti dal nido da poco, che attendevano ancora il cibo appollaiati sullo stesso ramo, ma due adulti insieme li ho visti davvero pochissime volte. La foto che vedete è stata ottenuta piantando un posatoio lungo la riva di un largo canale di bonifica, completamente sgombro da rami o paletti affioranti. Un invito simile è stato accolto ben presto e il martin si posava spessissimo su quella comoda “poltrona” e a volta usava il posatoio anche come trampolino per la pesca. Non mi è stato difficile sistemare nei pressi del posatoio una macchina fotografica comandata a distanza e, vista la confidenza del martin, mi sono pure permesso di montare un’ottica grandangolare. Una mattina con mia sorpresa ho notato i due martin contemporaneamente sul posatoio e ho spinto, emozionato, il pulsante del radiocomando. La scena non si è mai più ripetuta e quello rimase uno scatto unico, anche perché il tempo di permanenza insieme è durato pochi secondi. Per lo scatto ho usato uno zoom grandangolare 18-35 montato su Nikon D300 impostata a 200 ISO con 1/250 sec a f/11.
visto da vicino