Possedere un ghepardo, per i nababbi degli Emirati Arabi è considerato un vero e proprio status symbol. E così il felino africano, dal Corno d’Africa è sempre più contrabbandato verso gli Emirati del Golfo Persico.
L’allarme è stato lanciato dall’associazione Cheetah Conservation Fund (CCF) che mette in guardia sul futuro della specie: se non si vuole perdere il ghepardo, è necessario fermare subito il traffico illegale.
In Natura ne restano poche migliaia
Secondo i dati dell’IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura – in libertà resterebbero 6.674 individui di Acinonyx jubatus; la specie è inserita nella lista rossa e, attualmente, è classificata come vulnerabile.
Ogni anno sarebbero circa 300 i cuccioli di ghepardo contrabbandati e, secondo i dati dell’associazione, tre animali su quattro morirebbero durante il viaggio.
Spediti come pacchi
Per aggirare i controlli alle frontiere, gli animali vengono spediti in scatole di legno e caricati a bordo di barche.
La Somalia è il crocevia di questo traffico illegale: catturati in Natura, i cuccioli vengono sottratti ancora piccolissimi alle loro madri e venduti come animali domestici.
Per gli animali che non muoiono durate il viaggio, il futuro è ancora più terribile: rinchiusi in gabbie e recinti, sono condonanti a una vita di isolamento, senza poter mai correre.
Acquistabili sul web
Sebbene le normative dei Paesi del Golfo vietino la detenzione di animali selvatici, in questi stati l’applicazione delle leggi è spesso lenta e farraginosa; basta sapere dove andare a cercare e anche sul Web è possibile, con pochi click, acquistare un ghepardo al prezzo medio di 10mila dollari.
Un ricerca condotta lo scorso anno dal Cheetah Conservation Fund ha documentato 1.367 ghepardi in vendita su piattaforme di Social, annunci in gran parte pubblicati negli Stati del Golfo Persico.
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