Il ghepardo (Acinonyx jubatus) è, con ogni probabilità, il grande felino più esposto alla minaccia di estinzione. Le ultime stime calcolano che, su tutta la superficie del continente asiatico, non ne rimangano in natura che un centinaio di individui.
Un declino inarrestabile, che negli ultimi anni ha portato alla riduzione del 90% della popolazione di questo animale.
Inoltre, questo calo sta favorendo il fenomeno dell’accoppiamento tra individui consanguinei, con conseguente indebolimento genetico dei vari gruppi, più facilmente esposti alle malattie.
Per questo motivo, c’è chi vede nei parchi zoologici una speranza di conservazione per questa specie. In Europa, infatti, si stima che siamo oltre 400 i ghepardi presenti in un centinaio di zoo. L’obiettivo sarebbe quello di allevare alcuni cuccioli da immettere poi in natura al fine di arricchire il corredo genetico della specie e aumentarne le possibilità di sopravvivenza.
Questa strada, tuttavia, pone non pochi quesiti etici.
Cosa minaccia il ghepardo
Sono essenzialmente due i fattori che minacciano la sopravvivenza di questa specie: la grande pressione antropica a cui il loro habitat naturale è sottoposto e il mercato degli animali esotici da compagnia. Già, perché questo grande felino – che è l’animale più veloce del mondo – è spesso tenuto in cattività come animale esotico. Il temperamento più mansueto rispetto ad altre specie selvatiche, infatti, fa del ghepardo uno degli animali prediletti per la cattività.
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