Come ci sposteremo nei prossimi decenni? A questa domanda non è semplice rispondere perché le innovazioni tecnologiche si susseguono e ogni previsione rischia di essere azzardata. Molti gruppi industriali stanno investendo ingenti somme per arrivare prima di altri a soluzioni pienamente sostenibili.
Pare certo che tra venti o trenta anni, ma forse anche prima, i sistemi di mobilità saranno profondamente differenti da quelli che conosciamo oggi.
Secondo uno studio della Shell, nel 2050 solo il 9 per cento delle auto circolanti utilizzerà ancora un motore a combustione, mentre il 25 per cento sarà ibrido e il 66 per cento sarà elettrico o a idrogeno. Un’altra ricerca, questa volta condotta dal Gruppo tedesco Schaeffler, tra i leader mondiali nell’ambito della componentistica high tech, rivela che grazie all’elettrificazione e ai progressi tecnologici, a quella stessa data le emissioni complessive delle automobili passeranno dalle attuali 3,7 gigatonnellate a 1,2.
Sebbene i vantaggi della trazione elettrica paiano evidenti, dall’indagine emerge anche che, considerando l’attuale sistema di generazione di energia nell’Unione europea, un veicolo elettrico emette ancora fino al 65 per cento di CO2 rispetto a uno simile con motore a benzina. Se invece le batterie fossero caricate con elettricità prodotta completamente da fonti rinnovabili, le emissioni totali di CO2 scenderebbero al 3 per cento rispetto a quelle di un modello termico. Ciò significa che per contrastare l’inquinamento e il riscaldamento globale è necessario intervenire sui trasporti, ma la mobilità di domani potrà dirsi davvero sostenibile solo se sarà accompagnata da un ripensamento dell’intera catena energetica.
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