Erano le dieci di una domenica mattina qualunque, di un ennesimo weekend passato di turno in clinica. E sarebbe stata una delle tante se non avessi fatto conoscenza con Tom, un pappagallo.
Quel giorno entrarono nello studio due suore, delle Orsoline per essere precisi, portando con sé una gabbietta, abbastanza grande e di un azzurro ceruleo, con dentro un vivace e allegro pappagallo. La suora che reggeva la gabbia era giovane, credo di origini sudamericane, mentre la seconda, che faceva da portavoce, era più anziana, italiana e sicuramente ricopriva un ruolo più alto.
“Bello!” dissi io avvicinandomi al volatile “Come si chiama? Cosa succede?”. Il pappagallo se la cavava benissimo da solo e non aveva certo bisogno che le suore gli facessero da portavoce. Senza perdere troppo tempo, il pennuto, scandendo bene le parole, disse in tono grave: “Mi chiamo Tom”. Tuttavia il volatile pensò bene di proseguire con una bestemmia a tema religioso che fece impallidire anche quel poco di cattolico che era rimasto in me, figuriamoci due suore.
Rimasi letteralmente a bocca aperta cercando però, nello stesso tempo, di soffocare una fragorosa risata che voleva uscire a tutti i costi. La mia reazione fu simile a quella della mia collega che giunse dopo pochi minuti, richiamata dal trambusto.
Le suore, durante l’arco di tutta la vicenda, rimasero in silenzio. L’unico, che sembrava noncurante di ciò che era successo, era Tom. Lo splendido pappagallo cenerino non perse tempo e decise di rompere quel silenzio imbarazzante urlando un’ennesima parolaccia. A quel punto, sollevai lo sguardo dalla gabbietta del pennuto e guardai la suora più anziana cercando una risposta ai miei interrogativi. Lei, timidamente e leggermente rossa in viso, sussurrò “Ecco dottore… In realtà Tom sta con noi da poco tempo, è arrivato qualche settimana fa nel cortile del convento e inizialmente non mangiava nemmeno, dovevamo perfino imboccarlo. Ma poi come vede, ha riacquistato subito le forze e soprattutto la voce dottore. Siamo venuti qua per sapere se ci fosse qualcuno interessato ad adottarlo”.
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