Fa notizia l’estinzione di un animale particolarmente caro all’immaginario collettivo, non sempre il successo legato alla salvaguardia di una specie.
Accade di recente al largo della Florida, dove è stato segnalato un numero record di lamantini, perennemente in pericolo di estinzione: le attività antropiche, infatti, hanno limitato moltissimo il suo habitat fino a compromettere la sua capacità di procurarsi cibo e riprodursi.
La Florida Fish and Wildlife Conservation Commission ha contato 6.250 lamantini, 3.292 lungo la costa orientale e 2.958 lungo quella occidentale. Negli anni sessanta se ne contavano una trentina.
E’ una specie particolare, Trichechus manatus latirostris, fileticamente più vicina agli elefanti che non ai delfini o alle balene. Si possono contare bene in questa stagione perché – con l’arrivo imminente della primavera – si spostano verso la costa, dove vengono spesso a contatto diretto con l’uomo (e con l’inquinamento). Vengono enumerati attraverso le riprese aeree che permettono di stabilire la distribuzione degli animali all’interno degli habitat.
In Florida esiste l’opportunità di nuotare con i lamantini: sono animali pacifici ed è facile avvicinarli e perfino sfiorarli nuotando. Gli animalisti insorgono, ma l’usanza risale al dopoguerra ed è pressoché impossibile estirparla.
Va fatta però attenzione. Un esemplare può arrivare a pesare cinquecento chilogrammi e, benché l’acqua attutisca i colpi, è sempre meglio non prendersi troppe “confidenze”.
Nonostante la mole sono molto fragili e non sopportano il freddo. I delfini sono provvisti di uno strato adiposo che li preserva dalle acque gelide, ma non i lamantini, che con temperature dell’acqua inferiori a venti gradi si indeboliscono e muoiono.
E’ il motivo per cui si radunano intorno alle centrali energetiche che scaldano l’ambiente marino.
Hanno costante bisogno di rifornirsi di cibo vegetale, che recuperano nelle foreste di mangrovie. Arrivando a nutrirsi di cinquanta chilogrammi di piante al giorno.
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