In Abruzzo sono presenti 19mila uccelli acquatici, appartenenti a 38 differenti specie. È questo il dato che emerge dalla rilevazione compiuta a metà gennaio nell’ambito del censimento IWC (International Waterfowl Census), coordinato in Italia da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Come è stato compiuto il censimento
Il censimento, operato sulle specie svernanti, si ripete ormai da vent’anni e prevede il conteggio di ogni singolo uccello, specie per specie, da parte di una serie di rilevatori (quest’anno erano 23) dislocati lungo le rive di fiumi, laghi e coste; viene compiuto sempre nel mese di gennaio dal momento che in questo periodo dell’anno il movimento migratorio è minimo e gli uccelli svernano in massima parte in aree nelle quali è relativamente semplice osservarli. Coordinatore IWC per l’Abruzzo è da diversi anni l’ornitologo Carlo Artese. «Affinché il censimento abbia successo è importante che si svolga in tempi ristretti e contemporaneamente per tutti i principali siti di presenza, che nella nostra ragione sono ben 37 – ha spiegato Artese –. Si tratta, inoltre, di un’attività a base volontaria che vede la partecipazione di oltre 30 appassionati ornitologi di Associazioni come il WWF, che via via ha preso parte con le sue Oasi e le sue Guardie ambientali».
Quali sono le specie presenti
L’ornitologo ha sottolineato come il numero delle specie censito sia stabile da qualche anno. Ma quali sono le specie maggiormente diffuse sul territorio abruzzese? L’uccello acquatico più frequente è la folaga: ne sono state censite ben 5.589. Segue poi il moriglione, con 4.291 individui conteggiati. Ma ci sono anche marangone minore (2 individui osservati), zafferano comune, canapiglia e garzetta (4 individui per queste ultime tre specie).
Significativa è anche la presenza di specie di cui è stato osservato un solo individuo, come nitticora, marzaiola, corriere piccolo, gabbiano reale pontico, piro piro piccolo e albanella reale.
L’importanza delle aree protette
Il sito umido più ricco di uccelli della regione è il lago di Campotosto, Riserva Naturale Statale di ripopolamento animale situata all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. In quest’area protetta sono stati censiti ben 10.768 uccelli. La maggiore ricchezza di specie, invece, è presente sul territorio dell’oasi WWF del Lago di Serranella (18 specie), seguita a ruota proprio da Campotosto (17).
Questo dimostra come la caccia fa male alla biodiversità. «Le specie sono più numerose e il numero degli individui è maggiore laddove non sono in azione le doppiette, come nelle aree protette e lungo la fascia costiera. – ha sottolineato Artese –. Al contrario, in tutte le aree di media collina l’attività venatoria è intensa e questo rappresenta un grave deterrente per la presenza degli uccelli».
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