Il 25 novembre del 2020 il Parlamento europeo ha approvato una norma che vieta l’utilizzo dei pallini da caccia di piombo dalle zone umide. In pratica, i cacciatori che sparano su laghi, fiumi, paludi e zone umide nella UE devono dotarsi di cartucce di acciaio o di altra lega. Il piombo, infatti, avvelena l’habitat ed entra nella catena alimentare, ha il potere di accumularsi nell’ambiente provocando un avvelenamento sottile che con il tempo provoca danni cerebrali e renali irreversibili. Si stima che ogni anno, nell’Unione Europea, l’avvelenamento da piombo provochi un milione di decessi di uccelli acquatici e di specie che si nutrono di animali contaminati, comportando anche rischi per l’uomo, al vertice della catena alimentare.
Il Regolamento è stato sin da subito osteggiato dal mondo venatorio e dai produttori di armi perché, sebbene vi sia ampia disponibilità di munizioni senza piombo con minori rischi per la salute umana e l’ambiente, già ampiamente utilizzate in molti Paesi europei, queste restrizioni renderebbero inutilizzabili molte tipologie di armi oggi in uso e costringerebbero l’industria delle munizioni ad adattarsi.
Così si aggira il Regolamento Europeo
Ora il Governo italiano ha annunciato la pubblicazione di una Circolare ministeriale interpretativa del nuovo Regolamento (UE) 2021/57, avente ad oggetto l’utilizzo delle munizioni di piombo all’interno o in prossimità di zone umide, che di fatto compromette l’efficacia della norma, prevedendo una serie di eccezioni pericolose per la salute dei cittadini, la conservazione della fauna selvatica e contro le finalità della norma.
Nella circolare del Governo italiano vengono ridotte, in modo arbitrario e antiscientifico, le ipotesi in cui un’area viene classificata come “zona umida”. Per esempio, sono escluse tutte quelle zone effimere che tendono ad allagarsi nel periodo invernale attirando numerosi uccelli acquatici e altrettanti cacciatori. Vengono così minacciati degli habitat essenziali per molte specie acquatiche e non si impedisce che i pallini di piombo dispersi entrino nella catena alimentare.
La circolare, inoltre, prevede che i cacciatori trovati nei pressi di zone umide in possesso di munizioni di piombo non vengano sanzionati se dichiarano di trovarsi lì di passaggio.
È così che, di fatto, la Circolare annulla l’efficacia del Regolamento, che identifica le zone umide in maniera estensiva, ricomprendendo “distese d’acqua naturali o artificiali, permanenti o temporanee”.
Il WWF e altre associazioni ambientaliste hanno chiesto che la circolare sia immediatamente rivista sia per scongiurare un danno alla fauna, all’ambiente e alla salute dei cittadini, ma anche per evitare di incorrere pensanti sanzioni europee che sarebbero pagate con i soldi degli italiani.
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