Se qualcuno sperava che il film Il mio amico in fondo al mare, in cui viene raccontata la vita molto speciale di un polpo, potesse porre questa specie al riparo da maltrattamenti si sbagliava. Il docufilm, vincitore di un premio Oscar, sembra aver infatti acceso i riflettori sui polpi, non per aumentare la loro protezione ma per una maggior richiesta per il consumo umano.
Questo nonostante il film, ma soprattutto la letteratura scientifica, abbiano dimostrato la grande intelligenza di questo incredibile animale. Capace di utilizzare oggetti, di usare il mimetismo come arma di difesa e di elaborare sofisticate tecniche di fuga, attitudini che dimostrano in modo indubitabile come il polpo possa essere ritenuto un animale particolarmente intelligente. Un dato che però non lo mette al riparo dalla sempre crescente richiesta da parte dei consumatori, evidentemente poco interessati alle virtù del mollusco ma ben più attratti dalle sue carni.
Per questa ragione, considerato il costante calo delle specie ittiche che vivono in libertà, si stanno facendo molti esperimenti per riuscire ad allevare il polpo con le moderne tecniche di acquacoltura. Senza tenere conto delle grandi sofferenze che questo comporterebbe per una specie intelligente, solitaria, con una fisiologia molto particolare e con una fragilità molto più alta di quella di altri organismi acquatici.
Se nessuna specie nasce per essere allevata in modo intensivo, con tutte le sofferenze causate negli allevamenti e con i danni ambientali che ne derivano, il polpo è una di quelle che non dovrebbe essere oggetto di allevamento, ma anzi necessiterebbe di una maggior tutela.
L’acquacoltura viene spesso vista come una soluzione ecologica per impedire un eccessivo sfruttamento delle specie ittiche, dimenticando però i danni creati a livello ambientale dalle tecniche di allevamento, specie se messe in atto in mare aperto. Un’eccessiva concentrazione di animali nelle vasche rende necessario un uso massivo di farmaci, che vengono poi rilasciati dai pesci attraverso il materiale fecale e di conseguenza dispersi in acqua. Senza contare che una grande densità di deiezioni crea problemi ai fondali e ai bacini in cui viene svolto l’allevamento.
Quindi se è vero che l’acquacultura in parte limita il prelievo di specie selvagge è altrettanto vero che dia origine a un rilevante inquinamento e a condizioni di vita inaccettabili per i pesci. Senza contare che per la loro alimentazione, come avviene per gli allevamenti di animali terrestri, vengono usate proteine animali che derivano ancora una volta dalla pesca. Un circolo difficilmente virtuoso e sicuramente insostenibile che deve portare, come per la carne, a un drastico abbassamento dei consumi di proteine animali, a favore di quelle vegetali.
Contro le ricerche in atto per la creazione di allevamenti intensivi di polpi si è attivata anche l’associazione CIWF (Compassion in World Farming) per richiedere che l’allevamento intensivo dei polpi sia vietato, ritenendo che questi molluschi siano inadatti a poter essere allevati in condizioni accettabili, sollevando anche il problema relativo alla loro macellazione, che risulta essere tutt’altro che semplice e fonte di grandi sofferenze.
In questo momento storico non abbiamo bisogno di trovare nuove forme di allevamento e nuove specie da segregare per ottenere una produzione su larga scala. Al contrario dobbiamo cercare di orientare le ricerche per rendere l’agricoltura sempre più sostenibile e utile per la produzione di proteine vegetali destinate al consumo umano. Per questo l’attività messa in atto da CIWF per contrastare l’allevamento dei polpi deve essere vista non soltanto come una volontà di tutela nei loro confronti, ma come un punto di partenza per impedire la creazione di nuove forme di sfruttamento degli animali, dannose per nuove specie destinate all’allevamento intensivo e per l’intero pianeta.
SEMPRE INFORMATI!
Per rimanere aggiornato su tutte le news sulla Natura, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter di rivistanatura.com
Basta inserire l’indirizzo e-mail nell’apposito modulo qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscriviti”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di Natura! È gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com