Vedova nera. Basta il nome e qualcuno comincia a tremare. A ben vedere: è infatti uno degli animali più pericolosi e velenosi del mondo.
Ma da oggi c’è anche la spiegazione scientifica: durante la sua evoluzione ha sviluppato con grande rapidità una potente tossina in grado di uccidere anche animali molto più grandi di lei (uomo compreso).
Sono i risultati di una ricerca condotta da Jessica Garb dell’Università del Massachusetts, in Usa, che ha messo in luce il principio attivo capace di neutralizzare qualunque potenziale predatore.
Si tratta di una neurotossina (latrotoxina) che, come si evince dal nome, interviene a livello cerebrale, mandando in tilt i neuroni e in particolare le sinapsi, che hanno il compito di veicolare l’impulso nervoso. E’ presente anche in altre specie di aracnidi, ma in quantità decisamente minori.
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