Protagonista una femmina di orangotango di nome Tilda, ospite dello zoo di Colonia, in Germania. Secondo i veterinari l’animale è in grado di produrre suoni comparabili a quelli umani. E’ possibile perché la scimmia, dopo la nascita avvenuta in Borneo negli anni Sessanta, è vissuta per cinquant’anni in cattività a stretto contatto con l’uomo.
Gli esperti hanno messo in luce fischi e movimenti delle labbra riconducibili alla fisiologia e all’anatomia umana; in pratica l’animale ha imparato nei decenni a “parlare” come gli uomini, per attirare la loro attenzione, soprattutto in caso di forte appetito. Nello specifico è emerso che Tilda è capace di muovere la bocca e la lingua per produrre suoni assimilabili alle consonanti ‘t’, ‘k’ e ‘p’. Sono movimenti sette volte più veloci a quelli identificati in passato in altri animali della stessa specie.
E’ la prova che Tilda ha raffinato il suo comportamento in relazione alla “convivenza” con l’uomo. «Questo studio consente di confermare gli stretti parallelismi fra la scimmia e l’uomo», dice Serge Wich, dell’Università di Liverpool, in Inghilterra, «e di potere addirittura facilitare le ricerche nel campo dell’evoluzione del linguaggio umano», argomento che da Darwin in poi si tenta di risolvere, ma senza grande successo.
I suoni sono accompagnati da particolari “schiocchi” della lingua che rimandano in tutto e per tutto all’ancestrale linguaggio africano che si sarebbe sviluppato agli arbori del genere umano. E’ la cosiddetta lingua khoisan, ancora oggi utilizzata in vaste zone della Tanzania e dell’Africa sudoccidentale.
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