L’avvenimento più naturale per ogni essere vivente – la morte – non è minimamente ecostenibile.
Questa è la convinzione di Katrina Spade, architetto di 37 anni residente a Seattle, negli Stati Uniti, e che ha creato l’azienda Urban Death Project. L’idea è tanto semplice quanto distante dalla nostra idea di onorare i defunti: trasformare il corpi in compost.
“Quando si pensa al compost – ha spiegato la donna al New York Times – vengono subito in mente le bucce di banana e i fondi di caffè. Anche il nostro corpo è ricco di nutrienti. E se da questi si potesse creare nuova vita?”.
La bizzarra idea ha, tuttavia, ottenuto l’approvazione da parte di Lynne Carpenter – Boggs, scienziata del suolo alla Washingon State University che si è detta sicura che la trovata della Spade funzionerà.
Il processo alla base di questo “funerale eco” è sorprendentemente semplice. I corpi verrebbero posizionati sotto strati di segatura e trucioli a cui si aggiungerebbe del nitrogeno. Il processo, poi, andrebbe avanti da solo: i batteri rilasciano gli enzimi che trasformano i tessuti in aminoacidi, facendo aumentare la temperatura. Se effettuato correttamente, il processo non rilascerebbe alcun odore. Il condizionale è d’obbligo, poiché l’esperimento non è ancora stato effettuato ma la lista d’attesa è già fitta.
Katrina Spade ha, inoltre, progettato una speciale caverna da sepoltura che andrebbe a prendere il posto delle più tradizionali lapidi. Il costo completo del funerale eco si aggira intorno ai 2.500 dollari. I tempi, però, non sono brevi: affinché il processo sia completato, possono essere necessari svariati mesi.
L’inventrice dice di avere preso spunto dalla natura: “Ad ispirarmi è stato il ciclo vitale delle foreste – ha spiegato – e le foglie che quando cadono a terra sono in grado di dare nuova vita. Da ogni eco funerale si potrebbe trarre 1 metro cubo di materiale altamente fertilizzante”.
Non manca l’aspetto spirituale, dal momento che – secondo la sua ideatrice – l’eco funerale premetterebbe di ricollegare la morte al ciclo vitale, aiutando le persone ad accettare il proprio lato mortale.
Resta, però, da capire quanti siano effettivamente disposti a scardinare uno dei punti saldi della cultura occidentale: il culto per i morti tradizionale.
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