Il Kenya potrebbe introdurre la pena di morte per i bracconieri che si macchiano di reati contro il patrimonio ambientale.
L’annuncio è arrivato da Najib Balala, ministro per il turismo e la fauna selvatica, che ha espresso la netta volontà di inasprire le pene a tutela dell’ambiente.
Uccisioni in calo
Secondo i dati relativi allo scorso anno, in Kenya sono stati uccisi 60 elefanti e 9 rinoceronti.
Numeri ancora inaccettabili, ma in netto calo rispetto ai 96 elefanti e ai 14 rinoceronti uccisi nel corso del 2016 per mano dei bracconieri.
Secondo il ministro, questo calo è dato proprio dai maggiori controlli e da una maggiore intransigenza verso chi si macchia del reato di bracconaggio.
Cosa dice l’attuale ordinamento
Sebbene la pena di morte sia prevista dall’ordinamento giudiziario del paese africano, nessuna esecuzione è stata eseguita dopo il 1987. Le legge sulla fauna selvatica in vigore dal 2013 prevede per i reati di bracconaggio la pena detentiva dell’ergastolo e sanzioni pecuniarie fino a 200mila Euro.
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