Nome
Averla piccola (Lanius collurio)
Descrizione
Poco più grande della Passera d’Italia, il maschio presenta dorso bruno-rossiccio, testa grigia, maschera nera attraverso gli occhi e parti inferiori chiare. Femmine e giovani sono più chiari. La si osserva frequentemente mentre sta posata sulla cima di un arbusto.
Fenologia
In Italia è migratrice e nidificante. Sverna in Africa orientale e meridionale.
Habitat
Occupa aree aperte o semi-aperte, come zone ad agricoltura estensiva, pascoli, praterie arbustate, brughiere e ampie radure, generalmente soleggiate, calde, prevalentemente asciutte o anche semi-aride. Favorisce aree pianeggianti o in leggera pendenza, evitando generalmente versanti precipiti. Richiede la presenza simultanea di aree a vegetazione erbacea, preferibilmente bassa e/o rada, di cespugli o piccoli alberi utilizzati come posatoi per la caccia e di macchie di cespugli o siepi (o grossi cespugli spinosi anche isolati o piccoli boschetti) utilizzati per la nidificazione. La densità riproduttiva appare influenzata dalla presenza di cespugli e di aree pascolate o coltivate, con erba bassa, i primi utilizzati come posatoi e siti di nidificazione, le seconde come territori di caccia.
Caratteristica è la sua abitudine di infilzare le prede sulle spine dei rovi.
Distribuzione
In Europa è presente dal livello del mare fino a 2.160 m di quota. È assente come nidificante in Irlanda, Gran Bretagna, costa occidentale della Norvegia, Bretagna e Malta, mentre in Spagna e Portogallo è presente solo al nord e nelle zone montagnose.
In Italia è ampiamente diffusa in tutta la penisola, ma al Sud è meno frequente e manca nel Salento. È ben diffusa anche in Sardegna e assente dalle altre isole. La popolazione italiana è stimata in 20.000-60.000 coppie.
Stato di conservazione
La specie ha mostrato un forte declino in buona parte dell’areale europeo nella seconda metà del Novecento e un moderato declino in Europa nel periodo 1970-1990, mentre la popolazione generale del continente è rimasta stabile o ha subito un leggero declino nel 1990-2000. La popolazione italiana appare in calo nell’ultimo ventennio; a livello di areale si nota una generale rarefazione della specie, in alcuni casi conclusasi con l’estinzione locale.
In particolare, viene registrato un forte declino della popolazione nidificante in Lombardia, con una diminuzione media annua del 10,2% tra il 1992 ed il 2007; la popolazione del 2007 corrisponde circa al 50% di quella del 1992. Sulla base delle preferenze ambientali della specie, precedentemente esposte, appare chiaro come l’intensificazione agricola, con la rimozione di aree marginali quali siepi e cespugli e il pesante utilizzo di insetticidi e fertilizzanti, costituiscano una forte minaccia per la specie. D’altro canto, l’abbandono delle zone rurali che attualmente interessa ampie porzioni di aree collinari e montane in tutta Europa rappresenta un’altra grave minaccia per la conservazione della specie.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri