A volte ritornano. E così rieccoci al tilacino (Thylacinus cynocephalus) – conosciuto anche col nome di tigre della Tasmania – scomparso ufficialmente negli anni Trenta. Ma di tanto in tanto “riesumato” da qualcuno. L’ultimo avvistamento è avvenuto poche settimane fa in Australia del sud, dalle parti di Adelaide. Un documentario lo testimonia.
«Si può vedere la testa dell’animale», racconta il ricercatore Neil Waters, in occasione della recente Giornata Nazionale delle specie minacciate. «Si distingue il colore del pelo e la morfologia della coda, che si allarga unendosi alle vertebre coccigee, tipica di questa specie».
Ci sono anche altre persone che affermano di avere avvistato l’animale in un cortile della cittadina. E la loro descrizione è del tutto simile a quella di Waters. «Le strisce zebrate dell’animale non lasciano dubbi», affermano in coro. L’ultimo esemplare è morto in uno zoo australiano nel 1936.
Il tilacino è un marsupiale, caratteristico di geografie “endemiche” come l’Australia, la Tasmania e la Nuova Guinea. A capo della catena alimentare, è scomparso in Australia prima dell’arrivo dell’uomo e in altre zone per via della caccia forsennata operata dalla nostra specie e dall’impatto antropico che ha devastato aree ambientali incontaminate.
Il tilacino ha dunque subito la stessa sorte di altri animali del continente oceanico, surclassati da specie alloctone, come i gatti (oggi diffusi a milioni), che hanno completamente alterato l’equilibrio della catena alimentare.
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