A Lima, capitale del Perù, l’abbandono indiscriminato dei rifiuti ha raggiunto dimensioni colossali: delle 8.000 tonnellate di immondizia che la città produce quotidianamente, solo il 20 per cento è conferito in discariche controllate. Significa che circa 6.400 tonnellate di rifiuti ogni giorno finiscono per le strade.
Per affrontare il problema è stato lanciato il progetto “Gallinazo Avisa”, che è il risultato di uno sforzo congiunto tra l’Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e il Ministero dell’Ambiente del Perù.
Un equipaggio di dieci avvoltoi è impegnato a scovare i rifiuti sparsi un po’ ovunque attorno alla città. Ogni uccello è dotato di un dispositivo GPS a energia solare, alcuni hanno anche telecamere GoPro attaccate al petto. Le immagini sono raccolte e registrate da un’apposita equipe e poi vengono proiettate su una mappa live.
Il progetto prevede un forte coinvolgimento della popolazione che tramite i canali social (Facebook, Twitter, Youtube) e il sito dedicato può a sua volta segnalare discariche abusive e potenziali fonti di inquinamento della città.
La soluzione escogitata dal governo peruviano, in realtà, non è poi tanto insolita. Gli avvoltoi sono universalmente privi di fascino: la testa spiumata, la fronte pronunciata che disegna un cipiglio perenne, l’enorme becco, il loro aspetto – occorre ammetterlo – non è bellissimo. Eppure anche in altre zone del mondo questi voraci saprofagi hanno servito l’uomo fedelmente. In India, per esempio, hanno sempre ripulito le campagne dalle vacche e dalle capre morte e dai rifiuti disseminati da una popolazione in continuo aumento.
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