Fino a poco tempo fa, l’idea che una città dalle dimensioni di San Francisco potesse arrivare a produrre zero rifiuti, pareva un traguardo irraggiungibile. Basta pensare, che da tre decenni le città Usa sono alla ricerca di una soluzione efficace per evitare il riempimento delle proprie discariche.
Nel 2002, però, la città californiana dalle strade inconfondibili ha cambiato le carte in tavola, prefissando di raggiungere entro il 2020 il primato Zero Waste – rifiuti zero.
Secondo il sito Co.EXIST, continuando ad adottare le misure prese negli ultimi anni, San
Francisco arriverà probabilmente a deviare il 90% dei rifiuti dalle discariche.
Perchè questo accada ci vorrà, però, l’appoggio di leggi regionali e nazionali, indispensabili per raggiungere l’ultimo 10%.
Come riportato dal Guardian “Ci è voluta grande determinazione politica” per marcare tale strada. Più nello specifico, è il Dipartimento per l’ambiente di San Francisco l’ente preposto per il raggiungimento di tale obiettivo.
Cosa è stato fatto fino ad ora
La mossa più recente che San Francisco ha adottato è stata quella di vietare la vendita o distribuzione di bottigliette piccole d’acqua in plastica in luoghi pubblici (tranne che durante grandi eventi come il Gay Pride).
Invece, la città conta di installare fontane e distribuire bicchieri compostabili. Nell’ottobre 2012 sono stati i sacchetti di plastica a essere banditi dalla città. Anche i supermercati hanno aderito a questo divieto, distribuendo solo sacchetti riciclati, riciclabili, o compostabili per 10 centesimi l’uno. Nel giro di poco tempo, i residenti si sono dotati di borse di stoffa riutilizzabili.
A partire dal 2007 i ristoranti della baia hanno iniziato a utilizzare solo contenitori take-out compostabili, o riciclabili. Due anni più tardi, residenti e imprese erano ormai abituati a compostare, riciclare e gettare i rifiuti prodotti seguendo le regole imposte dal Dipartimento per l’ambiente di San Francisco. “Se ricicli e composti tutti i tuoi rifiuti, avrai bisogno di meno bidoni, di dimensioni più piccole, e risparmierai soldi”, spiega Jared Blumenfeld, amministratore regionale del Pacific south-west al Guardian.
L’albergo Hilton è un buon esempio del risparmio potenziale. Dopo essere stato scelto dal dipartimento per l’ambiente come tester per il riciclo, Hilton – che serve 7.600 pasti al giorno, ha utilizzato carrelli appositi per differenziare i rifiuti riciclabili dai compostabili e dagli scarti.
I costi mensili sono diminuiti notevolmente e l’albergo ha così risparmiato 200mila dollari in un solo anno.
Robert Reed, responsabile delle pubbliche relazioni di Recology, società che raccoglie e tratta i rifiuti di San Francisco, ha sottolineato come questi siano considerati più come risorsa che come un peso.
Che cosa è Zero Waste
Zero Waste – rifiuti zero è il programma attraverso cui San Francisco vuole gestire i rifiuti (evitare sprechi, ridurre e riutilizzare, riciclare e compostare) in modo tale che nessun avanzo finisca in discarica o venga bruciato.
Aumentare la diversificazione di rifiuti porta al raggiungimento di tre obiettivi chiave nel campo dell’ecosostenibilità: il risparmio di risorse preziose, la riduzione dell’impatto ambientale (come il riscaldamento globale e l’inquinamento) e la creazione di lavori “verdi”.
Al contrario, quando i rifiuti non possono essere riutilizzati o riciclati, vengono mandati in discarica, provocando uno spreco di risorse preziose, oltre all’emissione di gas serra nell’atmosfera. Secondo il sito SFEnvironment, gli avanzi di cibo in discarica producono metano, gas a effetto serra fino a 72 volte più dannoso del biossido di carbonio. Il programma Zero Waste ha come scopo proprio quello di ridurre tali emissioni.
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