Mentre in Italia si avvicina il referendum del 17 aprile sulle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare entro le dodici miglia dalla costa, Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, con oltre 2 milioni di iscritti, ha lanciato una petizione con la quale chiede al presidente Barack Obama di non consentire nuove trivelle offshore di petrolio e gas nell’Artico e nel Golfo del Messico.
L’amministrazione Obama ha già ritirato il suo piano per trivellare al largo delle coste atlantiche, ma presto dovrà decidere cosa fare nel Golfo del Messico e nella regione artica tra il 2017 e il 2022. Michael Brune, direttore di Sierra Club, ha dichiarato: “Applaudiamo l’amministrazione Obama per aver ascoltato le decine di migliaia di cittadini che chiedevano di proteggere l’Oceano Atlantico, salvaguardando le sue spiagge e le economie costiere. Ci auguriamo che l’amministrazione proseguirà i suoi sforzi in tale direzione”.
Al presidente Usa viene ricordato che “ora più che mai, stiamo assistendo a crescenti impatti dello sconvolgimento climatico di origine antropica, alimentati dalla nostra continua dipendenza da petrolio, gas e carbone”. Ci sono poi gli impegni presi dagli Usa, e pure dall’Italia, alla Conferenza di Parigi che prevedono di lasciare i due terzi delle riserve di idrocarburi nel sottosuolo. La petizione del Sierra Club evidenzia che “se le riserve di petrolio e di gas stimate nella piattaforma continentale esterna saranno estratte e bruciate, verrebbero rilasciate più di 60 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica, vanificando gli sforzi positivi fatti per ridurre le emissioni provenienti dalle centrali a carbone e dai veicoli”.
Sierra Club invita a scrivere all’amministrazione Obama per opporsi a qualsiasi nuova trivellazione offshore di petrolio e di gas. Per maggiori informazioni www.sierraclub.org
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