La notizia risale allo scorso maggio: il presidente degli Usa Obama ha autorizzato le trivelle nell’Artico. L’attività di perforazione secondo gli stessi report governativi comporta un rischio del 75 per cento di una grave fuoriuscita di petrolio. La zona interessata è il Burger Prospect.
Obama ha ignorato le proteste di centinaia di migliaia di attivisti che si sono riuniti per dire “No Shell” nell’Artico e ha invece scelto di dare alle trivellazioni una ulteriore possibilità, nonostante i fallimenti e gli incidenti degli ultimi anni. Negli Stati Uniti come in Italia si cerca ancora di estrarre fino all’ultima goccia di petrolio, in barba alle dichiarazioni pubbliche dei governanti che sostengono di voler abbandonare la dipendenza dalle fonti fossili e contrastare il riscaldamento globale.
Gli ecologisti americani però non sono rassegnati. Sierra Club, la più antica e grande organizzazione ambientale degli Stati Uniti fondata nel 1892, ha promosso una petizione per chiedere al presidente Obama di annullare tutti i contratti d’affitto di perforazione e protegge definitivamente l’oceano Artico.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com