Il 5 luglio di quest’anno, il ghiaccio marino artico è sceso al livello più basso mai registrato in questo periodo dell’anno: 8,867 milioni di chilometri quadrati di copertura. Questo nonostante una primavera relativamente fresca e tempestosa, con buone coperture nevose, condizioni che, in passato, avrebbero preservato il ghiaccio.
Tre nuovissimi studi aiutano a comprendere l’accelerazione di questo eclatante fenomeno di scioglimento dei ghiacci, che ogni anno registra nuovi record negativi.
1 L’Atlantificazione
Uno studio appena pubblicato su Journal of Climate ha indagato su un processo guidato dal cambiamento climatico noto come “Atlantificazione”: l’aumento della temperatura dell’aria e l’intrusione di correnti marine calde dal Nord Atlantico nei mari di Barents e Kara sta impedendo la capacità del ghiaccio di riformarsi in inverno.
2 La fragilità del ghiaccio artico
Un secondo studio ha trovato spazio su The Cryosphere e ha posto all’attenzione del mondo intero la fragilità del ghiaccio marino che nelle aree costiere potrebbe assottigliarsi fino a due volte il ritmo precedentemente calcolato. In tre tratti costieri di mare – Laptev, Kara e Chukchi – il tasso di riduzione del ghiaccio costiero è aumentato rispettivamente del 70%, 98% e 110% rispetto ai modelli precedenti.
3 L’ultima roccaforte
Un terzo studio fresco di stampa sulla rivista scientifica Communications Earth & Environment ha rilevato una perdita accelerata di ghiaccio marino anche nel Mare di Wandel, l’ultima roccaforte di ghiaccio marino pluriennale che si estende dalla Groenlandia lungo l’arcipelago artico canadese. La ricerca mostra che la situazione del ghiaccio artico potrebbe essere peggiore di quanto si pensasse.
Il record negativo raggiunto dalla copertura di ghiaccio marino nell’Oceano Artico lo scorso 5 luglio ha superato anche i dati del 2012 quando si era registrata l’estensione minima annuale più bassa dal 1979, anno in cui si inizarono a utilizzare le registrazioni satellitari.
L’estensione del ghiaccio nel 2020 (il secondo detentore del record di estensione più bassa) è stata abbastanza simile al 2021.
Tuttavia, la primavera e l’inizio dell’estate 2020 sono state più calde e soleggiate di quest’anno, il che significa che il ghiaccio più sottile del primo anno sembra sciogliersi a velocità record nonostante le condizioni meteorologiche più fresche e tempestose. Tutti segnali che mostrano la grande fragilità delle nostre calotte polari.
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