Nome
Beccaccino (Gallinago gallinago)
Descrizione
Il Beccaccino presenta dimensioni medio-piccole (fino a 27 cm di lunghezza) e forme slanciate, ali lunghe e puntute, coda a ventaglio e becco assai lungo, diritto e sottile.
La livrea in entrambi i sessi è di color bruno-fulvo barrato e striato di nero, fulvo e marrone. Quando si alza in volo è facilmente identificabile: prima di prendere quota, fino a raggiungere altezze anche notevoli, vola infatti velocissimo e a zig-zag.
Fenologia
In Italia è migratore, svernante, nidificante occasionale.
Habitat
In periodo riproduttivo lo si rinviene in una considerevole varietà di habitat, dalla tundra artica alle paludi e ai prati allagati della fascia temperata e boreale, purché in presenza di suoli maturi ricchi di sostanza organica. Al di fuori della stagione di nidificazione frequenta sostanzialmente la stessa tipologia di habitat, adattandosi tuttavia a situazioni ambientali maggiormente artificiali come le risaie. In Italia sverna in corrispondenza di zone umide d’acqua dolce o salmastra dove aree paludose allagate si alternano a terreni emersi parzialmente coperti da giunchi (Juncus sp.), salicornia (Salicornia sp.) o da altra vegetazione bassa. Evita le acque profonde, mentre può frequentare anche incolti e terreni arati purché parzialmente allagati o in prossimità di canali e fossi.
Distribuzione
Il Beccaccino presenta nel Paleartico occidentale un areale di nidificazione che dalle estreme regioni settentrionali ed orientali si estende fino all’Europa centro-meridionale, interessando marginalmente anche la Penisola Iberica e quella Balcanica. I quartieri di svernamento comprendono l’Europa centro-occidentale, l’area mediterranea e l’Africa transahariana. In Italia il Beccaccino è stato occasionalmente accertato come nidificante in Piemonte, Lombardia, Alto Adige ed Emilia-Romagna; di comparsa regolare invece durante le migrazioni e lo svernamento.
Stato di conservazione
La specie è considerata attualmente in declino in Unione Europea, con un moderato declino storico e appare minacciata dalla trasformazione degli ambienti di sosta e alimentazione, dalla variazione del livello delle acque nei siti di svernamento, dalla diminuzione degli ambienti di marcita. Il forte prelievo venatorio nelle aree di svernamento costituisce un ulteriore fattore limitante.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri
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