La crescita dell’offerta e il dollaro forte spingono al ribasso i prezzi di gran parte dei beni alimentari e a marzo l’Indice FAO dei Prezzi Alimentari è diminuito ancora, secondo un trend che continua dall’aprile del 2014. La perdita è dell’1,5% rispetto a febbraio e del 18,7% (40 punti) rispetto al livello di un anno fa.
L’indice è stato trascinato al ribasso dal contemporaneo brusco calo del prezzo dello zucchero e dalle previsioni di aumento anche per quest’anno dell’offerta mondiale di cereali.
Le stime sull’offerta globale di cereali sono, infatti, aumentate fino a raggiungere i 2.544 milioni di tonnellate, principalmente per via della produzione di mais superiore alle aspettative avutasi nell’Unione Europea. Stando alle attuali stime sull’offerta e il consumo di cereali, il rapporto scorte/consumo per tali beni è previsto raggiungere il 25,9% nel 2014-2015, il suo livello più alto dal 2001-2002.
Il prezzo dello zucchero ha, invece, toccato il suo livello più basso dal febbraio 2009, per il progressivo indebolimento della moneta brasiliana rispetto al dollaro americano, ed è stato accompagnato da un calo dei prezzi di alcuni oli vegetali, dei cereali e della carne, che hanno abbondantemente compensato l’aumento dei prezzi dei prodotti caseari.
Info
L’Indice dei Prezzi Alimentari della FAO è un indice ponderato su base commerciale che misura i prezzi delle cinque principali materie prime alimentari sui mercati internazionali, e comprende sotto-indici per i prezzi dei cereali, della carne, dei prodotti lattiero-caseari, degli oli vegetali e dello zucchero.
di Luca Serafini
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