Ogni giorno dovremmo avere un incontro poetico con una persona, con una creatura, in un bosco e così via. Esiste una curiosa espressione latina, ex abrupto, che significa “all’improvviso”. Ecco, leggendo un magnifico testo di Stefano Benni, Achille piè veloce, ex abrupto ci si imbatte in una stupenda riflessione di un personaggio, che, per tentare di renderne l’inaspettato incontro, riporto immediatamente e senza alcuna riflessione.
Pura condivisione.
Non esistono alberi brutti e alberi belli, esistono solo per qualche giardiniere censore o poeta da rimario. Il tempo dell’albero assomiglia al mio, è il mio tempo curato e riempito di vita, il tempo più bello che ci sia al mondo. Guarda quell’albero che ti indico col dito, ha il tronco che sembra ritorto da qualche mano gigante, o da un grande male. È bello come quel pioppo dritto e superbo. E quel pino? Si è inclinato e sghembato, per cercare il sole. E guarda, giro la testa verso quel vecchio albero lebbroso di muffa e funghi. Belli, tutti, in ogni stagione. Eternamente vivi, frustati dalla pioggia, piegati dal vento e poi di nuovo immobili. Guarda lassù il cedro, sostiene una gazza sul ramo, il ramo si inclina. Non sembra che la tenga delicatamente in mano?
Stefano Benni, Achille piè veloce
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com