Dedico queste poche righe a chi ha intenzione di fare delle escursioni in bicicletta e cerca qualche consiglio per scegliere il mezzo.
Per quanto mi riguarda, non ho dubbi, uso la bicicletta da corsa! Non sono un pivello, ho 58 anni e nemmeno un atleta, ma pedalando parecchio con la mia amata bici mi mantengo in forma e riesco a limitare la pancia anche senza ricorrere a diete particolari.
Nella sua essenzialità e leggerezza la bicicletta da corsa è un bellissimo oggetto. Ma a chi le monta in sella per la prima volta incute tanta soggezione. Invece è il mezzo ideale per chi ha voglia di percorrere velocemente, e senza fare troppa fatica, diversi chilometri . La posizione alta sui pedali, toccando appena a terra con la punta dei piedi, il manubrio basso, con quella foggia curiosa che gira sotto, i freni che sembrano irraggiungibili dalle dita: tutte sensazioni che non mettono a proprio agio. Ma proprio questa postura, inizialmente tanto ostica, è ideale per non affaticare la schiena, non stancare troppo le gambe, riuscire ad avere un buon coefficiente di penetrazione dell’aria ed ottenere il massimo rendimento nel pedalare. Per non parlare delle ruote con quelle gomme tanto esili che sembra debbano scivolare ad ogni curva. Ma quanto scorrono veloci facendo poco attrito! Certo non si può piegare alla Valentino Rossi ed è necessario frenare con molta attenzione per non bloccare la ruota posteriore. Così come bisogna passare con estrema cautela sulle foglie bagnate che ricoprono l’asfalto. Ma non è vero che queste gommine si bucano in continuazione. Io uso copertoni con la camera d’aria, scegliendo una tipologia di gomma per allenamento: scorrevole, ma robusta – evitando assolutamente le camere d’aria ultra light – percorro tranquillamente tutte le strade sterrate che incontro nei miei giri alla scoperta di nuovi itinerari. Gli unici nemici assoluti della bici da corsa sono la sabbia ed il fango, quasi impossibile superarli.
Le mani le tengo sempre sulla parte alta del manubrio, con i freni e le leve del cambio a portata di dita. Soltanto nelle discese ripide,( per frenare meglio quando le dita sono stanche,) o in pianura (per correre forte) , vale la pena di scegliere la posizione bassa sul manubrio.
Per quanto riguarda i rapporti del cambio non è necessario avere tre corone all’anteriore. Ne bastano due di cui una “compatta” (50 denti la grande, 34 la piccola). Sulla ruota posteriore con 10 rapporti (ma anche meno) che vanno dal 12 al 30 (sempre il numero dei denti) si possono affrontare anche pendenze proibitive.
Per chi avrà la pazienza di seguire ancora i miei articoli presto parleremo della scelta dei materiali per il telaio.
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