Forse sarà colpa del caldo di questa torrida estate che ha convinto, un attempato ciclista, a credersi uno stambecco e ad arrampicarsi, con la propria bicicletta, fino ad alta quota alla ricerca del fresco.
L’itinerario che vi propongo è decisamente impegnativo, non tanto per la sua lunghezza: 83 km, ma per le tante e dure salite che lo compongono.
Si parte – e si torna – dal Lago d’Idro che, con la sua azzurra e liquida presenza, da un’illusione di benessere mentre si pedala a 35 gradi! Quindi si scala il Passo del Baremone fino ad incrociare il Passo di Maniva e quello di Crocedomini. La strada, in pochi tratti sterrata, ci sorprende per l’audacia con la quale è stata tagliata sul fianco della montagna e per quanto ci porta in alto. Saremo fieri di trovarci a pari livello delle altre montagne che ci circondano.
Sulla via del ritorno ci aspetta un’altra gradita sorpresa: il paese di Bagolino. E’un piacere passare attraverso le sue strette viuzze, tra vecchie case di pietra e rustici palazzi, per poi cedere alla tentazione di un meritato peccato di gola in una buona pasticceria!
Causa la presenza della neve, questo itinerario è consigliabile dall’inizio di Luglio fino alla metà d’Ottobre.
Come Arrivare.
Pieve Vecchia, sulla sponda Nord/Occidentale del Lago d’Idro, si raggiunge dall’ Autostrada A4 uscita Brescia Est. Si percorre la SS45 bis in direzione Trento, Madonna di Campiglio. Si continua sulla SS237 fino dopo aver attraversato Vestone e Lavenone.
Itinerario.
Pieve Vecchia, Anfo, Passo Baremone, Passo di Maniva, Passo Dasdana, Giogo di Bala, Passo di Crocedomini, Goletto di Cadino, Valle Dorizzo, Bagolino, Rocca di Anfo, Anfo, Pieve Vecchia.
Punti d’interesse.
Lasciata la macchina a Pieve Vecchia, percorriamo in piano, lungo la sponda del lago, la SS237 in direzione Anfo. Prima della galleria, consiglio d’imboccare la ciclabile sulla dx, parrebbe chiusa, ma in realtà è perfettamente percorribile. Appena il tempo di scaldare le gambe, quindi, superato Anfo, giriamo a sx su di una stretta e ripida stradina che sale, impietosa, per 11 km. verso il Passo del Baremone.
La pendenza è costante: intorno al 10%, ma l’impressionante quantità di tornanti, regolarmente distribuiti, consente di rifiatare e di ammirare la vista sul lago in entrambe le direzioni. Quando pensiamo di aver raggiunto la cima, percorriamo alcuni chilometri in piano, attraverso il bosco, ma poi ricominciamo inesorabilmente a salire, fino a raggiungere gli oltre 1700 m. slm. del Baremone.
A sorpresa, la strada asfaltata, si trasforma in una bianca stradina dal fondo molto sconnesso, appoggiata sul fianco ripidissimo della montagna. Per fortuna siamo in piano, ma con una bici da corsa non è il caso di distrarsi. Per ammirare l’impressionante panorama che si espande sotto ed intorno a noi, conviene fermarsi ogni tanto. Poco dopo arriviamo in un piazzale asfaltato, dove s’incontrano la nostra stradina e quella del Passo di Maniva. Abbiamo raggiunto la sommità del passo a 1664 m. slm. e il suo rifugio: tanto grande quanto anonimo.
Giriamo a sx, in discesa per pochi metri, poi, riprendiamo a salire, imboccando a dx la SP 345 per il Crocedomini. La larghezza di questa strada e la mancanza di tornanti non rendono l’idea della reale pendenza, ma la fatica, puntualmente, ce la ricorda. La montagna, di cui scaliamo il fianco, è quasi completamente priva di alberi, anche se in realtà non abbiamo raggiunto la quota limite per la vegetazione. Sulla nostra sx si stagliano una serie infinita di creste e valli che si perdono all’orizzonte. In questo modo raggiungiamo la sommità del Passo Dasdana a 2070 m. slm.
Finalmente cominciamo a scendere, imbattendoci, senza preavviso, in tratti sterrati, il cui fondo è ben percorribile, ma l’incontro con altri veicoli rappresenta un bagno di polvere. Poco più avanti troviamo, sulla nostra dx, una fontana, che giunge come una benedizione, sia per il caldo impressionante anche a 2000 m, sia perché è l’unica fonte d’ acqua lungo la nostra strada.
La via rimane sterrata, prevalentemente in lieve discesa, ma con qualche risalita, fino a raggiungere l’incrocio con il Passo di Crocedomini e il relativo Rifugio a quota 1892 m. slm.
Giriamo a dx per Bagolino sulla SP 669. Saliamo pochi metri per superare il Goletto di Cadino (1943 m.) e poi tanta discesa, tra malghe e boschi di abeti. Stiamo scendendo in Val di Caffaro. Superato Valle Dorizzo, ormai in vista di Bagolino, teniamo la sx imboccando la strada più alta che, correndo tra i boschi, ci porta ad attraversare l’antico e suggestivo cimitero e quindi all’interno del centro storico del borgo. Archiviato Bagolino, proseguiamo in discesa ricongiungendoci con la SP 669 e passando sull’altro versante della valle. Ci attende un’altra breve salita; poi giù a capofitto verso il sottostante Lago d’Idro e l’incrocio con la SS237. La imbocchiamo sulla dx, direzione Anfo e la seguiamo, in pianura, costeggiando il lago.
Prima di Anfo, per chi avesse tempo a disposizione, incontriamo la Rocca d’Anfo: una fortezza militare costruita nel XV sec. dalla Repubblica di Venezia e successivamente rimaneggiata dagli ingegneri di Napoleone Bonaparte. Per la stessa strada percorsa all’andata raggiungiamo Pieve Vecchia e abbandoniamo la nostra veste di stambecco.
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