Questo misterioso “passaggio segreto”, non tracciato sulla Carta Stradale d’Italia: Emilia Romagna 1/200.000 del Touring Club Italiano (2009), non è altro che una deliziosa stradina asfaltata, la quale collega Prato Barbieri (Pc) con Stromboli (Pc) scollinando, poco oltre la chiesetta di Santa Franca, attraverso l’omonimo Passo.
Si tratta di un giro di 89 km, impegnativo per le numerose e, relativamente lunghe, salite che lo compongono. L’attraversamento di zone quasi disabitate, passando tra estese foreste di faggi e castagni, l’ampiezza dei panorami che si aprono, d’ambo i lati, mentre stiamo percorrendo le creste delle montagne, l’assoluta assenza di traffico lo rendono un itinerario segreto, avventuroso e di estremo fascino.
Questa zona raggiunge l’apogeo della sua bellezza tra il 15 Ottobre e i primi giorni di Novembre, quando i faggi si tingono di tutta la loro infuocata magnificenza, prima di spogliarsi, in vista del lungo inverno.
Come arrivare
Lugagnano d’Arda si raggiunge uscendo dalla A1 a Fiorenzuola, seguendo le indicazioni per Castell’Arquato, poi proseguendo dritto fino a Lugagnano.
Itinerario
Lugagnano d’Arda, Madonna del Piano, Parco Provinciale del Monte Moria, San Michele, Malvisi, Guselli, Prato Barbieri, Montelana, Santa Franca, Stromboli, Selva Sopra, Bruzzi, Broccolo Noce, Bardi, Passo del Pelizzone, Bore, Dignini, Vernasca, Lugagnano d’Arda.
Punti d’interesse
Lasciamo l’auto nel vasto parcheggio in Piazza Casana a Lugagnano, alzando lo sguardo, ai nostri occhi, si palesa l’impressionante parete bianca della Riserva Naturale Geologica del Piacenziano.
Ci dirigiamo in Piazza IV Novembre, poi per Via Bersani e, infine, percorriamo Via Madonna del Piano, fino a raggiungere l’omonima, bianca chiesetta. Proseguiamo sulla SP 47 e da qui inizia la lunga salita verso il Parco Provinciale di Monte Moria. Sono circa 13 km. di arrampicata lungo i tanti tornanti della collina, che fa da sparti acque tra la Val d’Arda e la Val Chiavenna, con la vista che si allarga a mano a mano sulla Val d’Arda a sx e sul profilo di infiniti rilievi a dx. Raggiunto il bosco, di lì a breve, entriamo nel Parco, in corrispondenza con i 500 metri più ripidi e sconnessi di tutto il percorso. Poi la strada scorre, in parte in piano, sotto le spessa coltre delle faggete fino a scollinare. Iniziamo la ripida discesa su San Michele. Si tratta di una stradina molto stretta e con l’asfalto spesso sporcato da strisce di ghiaino, quindi consiglio di procedere con cautela. A San Michele giriamo a sx inserendoci sulla SP 14 per Malvisi e riprendiamo a salire. La strada è migliore della precedente, la pendenza non è particolarmente accentuata. Procediamo a zig zag tra tratti boschivi, interrotti da verdi prati, fino a Guselli, dove giriamo a dx sulla SP 15.
In meno di 1 km arriviamo a Prato Barbieri dove si apre un piazzale con imponente vista verso Sud-Ovest. All’inizio di questo spiazzo, eseguendo un’inversione di marcia, imbocchiamo una stradina a sx per Montelana e continuiamo a salire. Da qui ha inizio quel tratto di percorso che ho definito: “passaggio segreto”. Il quale, oltre a essere sconosciuto, ha il pregio di essere molto spettacolare. Dopo meno di 1 km ci affacciamo su una vasta radura erbosa, adagiata sul culmine della collina, il nostro sguardo corre verso il basso a 360° su distese di boschi variopinti e infiniti sfondi di valli che intercalano le creste dell’Appennino. Nel mezzo del prato: poche case dal fascino antico e intorno cavalli che pascolano liberi. Probabilmente stiamo sognando!
Superiamo la radura e ci tuffiamo nella faggeta, sempre salendo. Mentre scolliniamo, in direzione Sud/Est di nuovo si apre un grandioso panorama. Dopo una breve discesa, ci colleghiamo su di una stradina che sale da Morfasso; anch’essa sconosciuta al cartografo! Giriamo a dx per Santa Franca e continuiamo a salire. Per nostra fortuna l’asfalto è stato da poco rifatto. E’ una gran bella notizia per noi ciclisti, ma mi assale un dubbio: come mai, in Italia, si riasfaltano stradine sconosciute, dove passa un’auto alla settimana e si lasciano, in rovina, le trafficatissime SS?
La prima parte di questa salita è piuttosto ripida, poi, dopo un tornante a dx, procede meno impervia. Santa Franca è una bianca chiesetta, rifatta in tempi moderni, su stile antico, che si sposa armonicamente col bucolico paesaggio circostante. Dopo poco raggiungiamo il culmine del Passo a circa 1300 m. slm. La discesa è ripida e molto tortuosa, inoltre è difficile non farsi distrarre dalla vista che si para sconfinata davanti ai nostri occhi. Attraversato il paesino di Stromboli, usciamo dal tratto misterioso, inserendoci, a sx sulla SP51 che ci condurrà fino a Bardi. Ci aspetta un lungo tratto in lieve discesa che scorre a mezza costa lungo la collina, alternando a tratti boscosi, minuscoli centri abitati e prati, dove l’occhio può correre lontano.
Dopo circa 16 km. ci appare, all’improvviso, la severa mole del castello di Bardi, circondato dal suo abitato. Vale la pena di attraversare l’antico borgo ed entrare (a pagamento) nel castello. Gli ambienti sono praticamente vuoti, ma il cortile e i camminamenti dietro i merli, con relativa vista, valgono il biglietto. Da Bardi si riparte in salita lungo la SP 359, direzione Piacenza.
Si scollina dopo circa 8 km di salita, relativamente poco impegnativa. Siamo a 1029 m. slm, sulla cima del Passo del Pelizzone.
Ci resta un lungo tratto in discesa: ben 25 km. Scendendo passiamo frequentemente dal lato dx al lato sx della collina, fino a raggiungere Lugagnano d’Arda. Agli incroci seguiamo le indicazioni per Piacenza e Lugagnano. Attraversando il borgo di Bore dovremo risalire per circa 80 m, poi, passato il paese di Vernasca, ci appare la bianca mole del Piacenziano a sancire che siamo effettivamente e felicemente arrivati!
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