Nella terra di mezzo posta tra il Passo del Lagastrello e il Passo del Cerreto si trova un remoto lembo d’Appennino emiliano piuttosto disabitato e poco frequentato, la cui montagna di riferimento è l’Alpe di Succiso ( 2017 m. slm).
Fa parte del territorio del Parco Regionale dell’Alto Appennino Reggiano. Qualche paesino addossato alle pendici del monte, estesi boschi di abeti e faggi, infinite praterie che danzano al vento; qua e la cavalli e bovini che pascolano allo stato brado. Non bisogna essere dei poeti per sognare di essere nel vecchio West, quello così ben disegnato da Aurelio Galeppini nelle strisce di Tex Willer. Per fortuna non s’incontrano pistoleri e pellerossa e nemmeno tante automobili.
Il giro di 86 km è piuttosto impegnativo: le salite, con relative discese si susseguono senza soluzione di continuità. Si parte e si torna da quel che è stato pomposamente definito “L’Atene della Lunigiana”: il paese di Fivizzano.
Come arrivare
Fivizzano si raggiunge dall’ autostrada A 15, uscita Aulla. Poi seguendo le indicazioni per Passo del Cerreto, Fivizzano. Si percorre la SS63 attraversando: Pallerone, Rometta, Cormezzano, fino ad arrivare alla meta.
Itinerario
Fivizzano, Verrucola, Passo del cerreto, Collagna, Valbona, Giro Alpe di Succiso, Succiso Nuovo, Miscoso, Passo di Lagastrello, Comano, Arlia, Passo di Romito, Pognana, Fivizzano.
Punti d’interesse
Lasciata l’auto a Fivizzano, vale la pena di fare un giro in bici nel Centro Storico, dove troneggia una monumentale fontana, ornata da bianchi delfini in marmo. Uscendo dalla cittadina, imbocchiamo la SS63 verso il Passo del Cerreto. Appena fuori Fivizzano, c’imbattiamo nel dominante castello della Verrucola che protegge l’antico borgo adiacente. Da qui in poi inizia l’ascesa al Passo. Sono circa 18 km di salita, con pendenza variabile, ma che non supera mai l’8 %.
Man mano che guadagniamo quota, la vista si allarga: riusciamo a scorgere il Mar Ligure alle nostre spalle, mentre, davanti ai nostri occhi, le alte cime dell’Appennino con l’Alpe di Succiso in primo piano, ci fanno da imponente cornice da Nord/Ovest a Nord/Est. La sommità del Passo, a 1261 m. slm, è piuttosto spoglia ma riserva, arrivando sulla destra, la vista sulla scura e imponente mole del monte La Nuda 1895 m. slm. Non ci resta che scendere per i tornanti che ci portano verso l’entroterra emiliano. La strada larga non presenta particolari insidie. Giunti, in salita, a una grande rotatoria, usciamo alla seconda a sx per Collagna. Nel mezzo del paese giriamo ancora a sx in via Valbona e riprendiamo a salire seguendo i cartelli per Valbona. Superato l’abitato, da qui in poi, ci distacchiamo dal nostro mondo per entrare in una nuova dimensione.
Pedaliamo in totale solitudine sulla nostra bicicletta tra estese praterie, boschetti di faggi, vecchie staccionate in legno, qualche rustica mangiatoia. Qua e là incontriamo animali al pascolo liberi e tranquilli. La nostra stradina prosegue in salita a mezza costa, per, poi, diventare pianeggiante mentre gira intorno all’Alpe di Succiso mantenendosi distante dalla vetta. La montagna, come una bella, ma irraggiungibile signora, occhieggia e ci osserva mentre sfiliamo da lontano sotto la sua morbida sagoma.
Evviva siamo arrivati alla discesa! Il paesaggio rimane selvaggio e lo sguardo può correre molto lontano posandosi sui profili delle montagne. Superiamo Succiso Nuovo, paesino moderno dall’inquietante aspetto da “base militare”. Nessun punto di ristoro lungo la nostra via. All’innesto con la SP 15 giriamo a sx. La strada è più larga ma, per fortuna, il traffico rimane rado. Lasciamo il paese di Miscoso sulla nostra dx e continuiamo, in lieve salita, verso il Passo di Lagastrello rientrando in Toscana. Dopo l’immissione sulla SP 74, superiamo la diga e costeggiando il suo lago raggiungiamo la sommità del Passo. Poco più avanti giriamo a sx sulla SP 25 in direzione Comano. Attraversiamo un bosco, in lieve salita, fino a raggiungere le pendici del Monte del Giogo sormontato dalle antenne di una ex base Nato.
Da questo punto si apre davanti a noi una delle vedute più impressionanti di quest’area geografica. Partendo da sx verso dx lo sguardo spazia dalla catena dei Groppi, per passare all’Alpe di Succiso, al Passo del Cerreto, alla Nuda e poi fermarsi sulla frastagliatissima e inconfondibile sagoma della catena delle Alpi Apuane con le sue cime più alte e famose: la Pania, il Sumbra, il Pisano, il Sagro e il Pizzo d’Uccello. Un peccato lasciare questo ben di Dio, ma dobbiamo intraprendere la lunga discesa che ci porta a Comano.
Da questo paese, per tornare a Fivizzano ci aspettano due alternative. La più lunga e facile consiste nel proseguire il lieve discesa lungo la la SP 25. Raggiunta la SP 74 proseguire fino a Licciana Nardi e da qui girare a sx sulla SP 21, risalendo verso Magliano, quindi Agnino e, finalmente, Fivizzano.
La seconda è molto più breve, ma assai faticosa. Ovviamente è stata la mia scelta! Da Comano scendiamo fino al fondovalle seguendo i cartelli per Impianti Sportivi. Attraversato il torrente Taverone cominciamo a salire e, senza tanti complimenti, la pendenza supera abbondantemente il 15 %. Per fortuna, tra tornanti e cambi d’inclinazione, riusciamo a recuperare un po’ di fiato.
L’ascensione è lunga circa 3 Km. Poi ci troviamo in cima al crinale con bella vista e, poco oltre, iniziamo la susseguente discesa. Purtroppo, tra noi e Fivizzano, s’interpone un’altra valle. Superiamo il paesino di Arlia, varchiamo il Torrente Rosaro e di nuovo in su per il Passo di Romito.
Per nostra fortuna questa salita è molto meno impegnativa della precedente! In un batter d’occhio la nostra strada ci porta direttamente davanti al Castello di Fivizzano, nel bel mezzo del suo Centro Storico. Soddisfatti, affaticati, ma mentalmente rimborsati!
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