Come promesso, torno alla carica con un secondo itinerario ciclistico nel Casentino, sempre attraverso i folti boschi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Questa volta le mete dell’itinerario nel Casentino sono due: l’Eremo di Camaldoli e il Santuario della Verna. Il tutto sempre condito dal gusto di pedalare attraverso fitti boschi, al riparo di alberi d’alto fusto: per la maggioranza dominano i faggi ma sono ben rappresentati, da splendidi esemplari, anche il pino nero e l’abete bianco.
Guarda qui il primo itinerario
Itinerario tra i luoghi santi delle foreste nel Casentino
Poppi – Moggiona – Eremo di Camaldoli – Passo Fangacci (sterrato) – Badia Prataglia – Corezzo – Rimbocchi – Montefatucchio – Giampereta – La Beccia – Chiusi della Verna – La Verna – Chiusi – La Beccia – Dama – Bibbiena – Poppi.
Lunghezza: 87 km
Dislivello: 1.850 m
L’itinerario ciclistico parte direttamente da Poppi (AR). Imbocchiamo la SP67 via di Camaldoli e iniziamo subito a salire. Appena ci eleviamo sopra l’abitato, si apre la vista sul Castello e la valle dell’Arno.
Poco dopo, la foresta copre il nostro incedere. Questa salita ha una pendenza media, con alcuni tornanti che ci danno modo di tirare il fiato. Passiamo da Moggiona, per poi raggiungere l’Eremo di Camaldoli a 1104 m. s.l.m. Se arriviamo nei momenti in cui il cancello dell’eremo è aperto, vale la pena di pagare il biglietto per entrare e respirare la tranquillità che la vita monastica trasmette.
Eremo di Camaldoli
La casa madre della Congregazione Benedettina dei Frati Camaldolesi è stata fondata nel 1012 da San Romualdo. La chiesa ha la facciata settecentesca, racchiusa fra due campanili a torre. L’interno, ricco di stucchi dorati, contrasta con la semplicità della vita dei frati. Nella cappella di Sant’Antonio, si ammira una terracotta robbiana del 1400. Intorno alla chiesa sono allineate le 20 celle dei monaci, il nucleo originario ne contava 5. Dalla biblioteca si accede a una cella, del tutto simile alle altre, in cui, secondo la tradizione, visse San Romualdo.
Attorno all’Eremo si sviluppa la Riserva biogenetica di Camaldoli, gestita dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Pratovecchio, ma alla cura del bosco hanno provveduto, per molti secoli, i monaci camaldolesi, che avviarono la coltivazione dell’abete bianco a partire dall’XI secolo. Nei boschi è segnalata la presenza di quattro ungulati, cervo, daino, capriolo e cinghiale, e quella del loro predatore: il lupo.
Dopo questa pausa meditativa, possiamo risalire in bici e proseguire il nostro viaggio in mezzo alla foresta. Imbocchiamo la SP124 e seguiamo le indicazioni per Badia Prataglia.
Il primo tratto si mantiene in quota, è asfaltato e pianeggiante. Poi, restando sulla medesima strada, iniziamo a scendere. Percorriamo un tratto sterrato, niente di cui preoccuparsi, poi ricomincia l’asfalto.
Scesi quota 835 metri, entriamo nell’abitato di Badia Prataglia. In Piazza XIII Aprile giriamo a sx sulla via Nazionale SR71.
Uscendo dal paese giriamo a dx imboccando la SP della Val di Corezzo. Scendendo, abbandoniamo le foreste e incontriamo i paesini di Corezzo e Rimbocchi. In quest’ultimo, al bivio, giriamo a sx, restando sulla nostra strada. Nel primo tratto siamo ancora discesa, poi percorriamo un pezzo di strada pianeggiante, ma poco dopo, immancabilmente, arriva la salita. Una bella pendenza, sotto il sole implacabile, che a questo punto, dovrebbe essere alto nel cielo.
A mano a mano che saliamo lungo una mezzacosta, tagliata sulle pendici del Monte Penna, il nostro sguardo è attirato da un’ampia vista su Bibbiena e il Casentino. Quasi in cima alla nostra salita raggiungiamo località La Beccia. Tenendo la sx arriviamo nel paese di Chiusi della Verna. Qui troviamo bar e ristoranti per ristorarci dopo le fatiche.
Proseguiamo sulla sx lungo la SP 208 della Verna, per girare subito a sx sulla strada che porta al Santuario della Verna. Di nuovo in salita fino ad arrivare ai parcheggi delle auto. In bicicletta ci conviene proseguire fino all’ingresso del complesso monastico, cercando un luogo appartato dove nascondere le biciclette.
Il Santuario della Verna
Audacemente costruito sopra le pareti rocciose del Monte Penna, questo è il luogo prediletto da San Francesco nel quale si racconta abbia ricevuto le stigmate il 16 settembre 1224. Proprio in conseguenza di questo sacro evento, La Verna aumentò enormemente d’importanza, tanto che Papa Alessandro IV la prese sotto la sua protezione.
Nel 1260 vi fu eretta e consacrata una chiesa, alla presenza di San Bonaventura e di numerosi vescovi. Pochi anni dopo venne costruita la cappella delle Stimmate, finanziata dal conte Simone di Battifolle, vicino al luogo ove era avvenuto il miracolo. La preesistente cappella di Santa Maria degli Angeli, costruita nel 1218, è raggiungibile dalla sacrestia della chiesa maggiore, iniziata nel 1348 ma rimasta incompiuta fino al 1459.
Fondamentale meta di pellegrinaggio, il Santuario della Verna rappresenta una tappa culturale altrettanto importante. Infatti, questo luogo custodisce la massima espressione nell’arte delle maioliche invetriate, create dalla magica bottega dei Della Robbia intorno alla seconda metà del 1400. Il complesso monastico, in pieno stile francescano, è scevro da ogni lusso, gli spazi sono piuttosto stretti, strappati dalle pendici impervie e rocciose del Monte Penna, la presenza del Santo è quasi palpabile, spesso il luogo è affollato da frotte di fedeli e turisti che arrivano da ogni dove. Soltanto uscendo dal Santuario ci si accorge dell’imponente selva di faggi colossali che rivestono il lato Est del Monte, creando un ulteriore interesse, quello naturalistico, in questo luogo così emozionante.
Finita la visita, risaliamo in sella e percorriamo a ritroso la nostra strada fino a La Beccia. Giriamo a sx e imbocchiamo, la SP 208 in direzione Bibbiena. Ci accingiamo a percorrere una splendida strada, quasi interamente in discesa, da cui si gode una vista portentosa sulla Valle dell’Arno, Bibbiena e il Castello di Poppi, il tutto condito dal sole che ormai si avvia al tramonto.
Passiamo per le località Case Nuove, Dama e Caselle per arrivare alle propaggini di Bibbiena. La cittadina, adagiata su di un dosso, ha un discreto centro storico a cui possiamo dare un rapido sguardo attraversandolo in bicicletta. Ma le nostre fatiche non sono finite, perché dobbiamo rientrare a Poppi. Sono poco più di 5 km ma purtroppo da percorrere sulla noiosa e trafficata SR 70. Un piccolo neo per chiudere un itinerario che ci ha appagato lo spirito, la mente, la cultura e il fisico.