Giorni fa, ho visto una giovane madre africana che fendeva le strade nebbiose della periferia milanese in sella alla propria bici. Dietro di lei, su un vecchio seggiolino, sedeva la piccola figlia, il cui volto incoronato da un passamontagna era allietato da un sorriso innocente.
Forse tra qualche decennio quella bambina sarà un’affermata manager o una’alta funzionaria e si accomoderà sul sedile posteriore di una confortevole berlina. È possibile che proprio allora, quando la sua corsa verso le promesse della modernità sarà compiuta, il ricordo di questi giorni affiorerà con forza. E si sentirà avvolta da un sentimento di nostalgia pensando all’ingenuità e all’entusiasmo con cui un tempo aveva osservato la città frenetica e forestiera che scorreva davanti ai suoi occhi, mentre la mamma pedalava senza sosta verso un benessere sconosciuto.
Dentro la storia di queste due donne non c’è solo una bella rappresentazione della mobilità sostenibile, c’è molto di più. Ecco perché, nello stesso istante in cui le loro figure si sono parate di fronte a me, ho pensato che potessero essere l’immagine simbolo di #BikeTheNobel.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com