Il fenomeno della bioluminescenza è più diffuso del previsto. Un recente studio condotto dal Monterey Bay Aquarium Reasearch Institute (MBARI) ha, infatti, dimostrato come tre animali su quattro che abitano le profondità marine emettano luce propria e che questa percentuale rimane invariata al cambiare della profondità.
17 anni di ricerche
Le profondità dei fondali oceanici sono un ambiente ancora poco conosciuto. La difficoltà maggiore è data dall’assenza di luce, il che rende molto difficile filmare e catturare immagini.
Ad oggi, tutto quello che si sapeva sulla bioluminescenza degli abissi proveniva da osservazioni qualitative mentre il progetto dell’istituto di ricerca californiano costituisce la prima analisi quantitativa mai eseguita. L’impiego di nuove tecnologie e l’utilizzo di sonde robotiche hanno permesso di spingere le indagini fino a 3.900 metri di profondità e di raccogliere una mole di dati prima impensabile.
Chi abita gli abissi
A seconda della profondità, s’incontrano diverse forme di vita bioluminescenti: dalla superficie marina fino ai 1.500 metri si trovano per lo più meduse e ctenofori, anch’essi dal corpo trasparente e gelatinoso. Scendendo ancora, fino ai 2.200 metri, gli animali ripresi sono vermi marini mentre ancora più in profondità si osservano soprattutto organismi larvacei. I ricercatori hanno affermato che, superati i 2mila metri di profondità, non è stato possibile riconoscere e classificare il 40% delle specie, segno di quanto ancora ci sia da scoprire.
Complessivamente lo studio ha raccolto immagini di 350mila differenti animali.
Cos’è la bioluminescenza
L’animale bioluminescente più celebre di tutti è certamente la lucciola. Ma come fanno le creature ad emettere luce propria? Il fenomeno è dato da particolari reazioni chimiche, per le quali l’energia chimica viene convertita in energia luminosa.
Studi biochimici hanno dimostrato che i meccanismi di emissione di luce da parte di organismi viventi variano profondamente da un individuo all’altro. Questo porta a pensare che, con ogni probabilità, questa proprietà si sia sviluppata in maniera indipendente nei vari gruppi biologici.
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