Un approccio naturalistico alla morte: le vostre spoglie mortali disperse in un bel bosco della Liguria, invece che in un triste cimitero. Lo so che sono discorsi che possono sembrare inopportuni in una civiltà, come la nostra, in cui la morte è sempre più un tabù, di cui non parlare, anche se i mass media pullulano di film e serie TV seguitissime incentrate su vampiri, zombie e mummie varie. Eppure, come scriveva lo scrittore argentino Jorge Louis Borges, “la morte è un’usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare”.
E allora perché non provare a renderla un’occasione che possa aiutare la Natura e magari anche migliorare le condizioni di chi rimane? Soprattutto in un contesto territoriale che vede spesso i boschi trascurati, lasciati all’incuria e al degrado.
È quello che hanno pensato nel 2016 i quattro soci fondatori di Boschi Vivi , una Cooperativa e un progetto di economia circolare che mette in campo un servizio unico in Italia: quello di interramento delle ceneri funerarie in boschi appenninici, reinvestendo i propri utili in progetti di tutela delle foreste e del paesaggio.
La loro azione si svolge in Liguria, una regione dove la proprietà boschiva è sovente molto frammentata e abbandonata. Racconta Anselma Lovens, socia della Cooperativa: «L’abbandono dei boschi in Liguria è un problema forte, con più dell’ottanta per cento della loro superficie privata, ma è una proprietà molto frammentata e a volte anche inconsapevole: ci sono persone che ereditano boschi e nemmeno sanno di esserne i proprietari. Bisogna in realtà occuparsi dei boschi, perché per molto tempo questi ambienti sono stati antropizzati dall’uomo per diversi utilizzi, hanno bisogno di essere gestiti per evitare il rischio idrogeologico, di frane e di incendi e sono competenze che stanno venendo sempre più a mancare. Sono equilibri che, in caso di abbandono, sarebbero persi con conseguenze negative per tutti».
Parlare di boschi vivi rispetto a quello che stiamo trattando può sembrare paradossale, ma di fatto con questo progetto non solo viene ripensato l’utilizzo dei boschi, ma se ne consente nuovamente una loro gestione attiva, rispettosa dell’ambiente e del paesaggio. Inoltre si riavvicinano molte persone all’ecosistema forestale, dal momento che chi è interessato al progetto prenota una visita informativa, durante la quale viene spiegato come funziona il progetto; se convinta, la persona può quindi arrivare a scegliere l’albero nei cui pressi, a suo tempo, verranno interrati i resti con una piccola targa commemorativa. “Siamo arrivati dunque con questa idea che mette a sistema una scelta che in realtà nella normativa è già inquadrata – prosegue Anselma – noi ci occupiamo di tutto l’iter burocratico per renderla effettiva”.
La proposta, inoltre, è aperta anche agli animali, le cui ceneri verranno interrate in altre parti del bosco, ma sempre con la stessa procedura e filosofia.
Inoltre, in questi boschi i gestori prevedono anche la messa a punto di attività naturalistiche, visite con le scuole, laboratori con bambini, momenti di meditazioni, letture, corsi di yoga…
Le persone che sceglieranno di seppellire le proprie ceneri nel bosco, diventandone a tutti gli effetti parte, hanno inoltre a disposizione più opzioni, che variano a seconda della disponibilità economica: si va dall’albero di comunità, che rappresenta il prezzo più basso e consiste nell’essere dispersi insieme ad altre persone sotto un’unica pianta, a progetti più onerosi e personalizzati per famiglie o singoli. Si paga una sola volta, una tantum, e il diritto vale per novantanove anni dall’inizio del progetto. Nessuna lapide, candele o fiori recisi: il bosco si presenterà in modo molto simile a come sarebbe in assenza dell’attività commemorativa, essendo esso stesso, soprattutto quando ben tenuto, una naturale scenografia, positiva e rasserenante.
Dopo alcune prove e aver partecipato a diversi bandi, il progetto è ora partito in un bosco acquistato dalla Cooperativa, nel comune di Martina-Urbe, nell’entroterra savonese. Un primo passaggio concreto che potrà rappresentare un nuovo approccio, anche in Italia, nel pensare alla Morte e al suo misterioso ma inestricabile legame con la Vita.
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