Oltre il 90% delle bottiglie di acqua minerale conterebbe microplastiche. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dall’università statale di New York a Fredonia.
Le marche finite sotto la lente
Lo studio ha preso in analisi 259 bottiglie di acqua minerale di 11 marche comprate in 9 Paesi, tra i quali Brasile, Cina, Kenya, India e Stati Uniti.
Tra i brand oggetto della ricerca ci sono alcuni dei nomi maggiormente noti, come Evian (Danone), Aqua (Danone), Aquafina (PepsiCo), Bisleri (Bisleri International), Minalba (Grupo Edson Queiroz), Dasani (Coca-Cola), Epura (PepsiCo), Wahaha (Hangzhou Wahaha Group), Gerolsteiner (Gerolsteiner Brunnen), Nestlé Pure Life (Nestlé) e anche San Pellegrino (Nestlé).
Più pura l’acqua del rubinetto
All’interno dell’acqua minerale sono state trovate alte concentrazione di microplastiche. In particolare, un litro di acqua di marca Boxed Water si è scoperto contenere 58.6 fibre di plastica; anche i marchi Ozarka e Ice Mountain, entrambi di proprietà di Nestlé, avevano rispettivamente 15 e 11 frammenti per litro. Infine, in ogni litro di acqua Fiji Water erano presenti 12 microparticelle.
Secondo lo studio, la percentuale di frammenti di microplastiche è maggiore rispetto a quanto riscontrato in media nell’acqua di rubinetto.
Colpa dei tappi?
Le particelle trovate nelle acque minerali hanno in media la dimensione di 100 micron, vale a dire 0,10 millimetri.
Nel 54% dei casi, le particelle erano composte di polipropilene, mentre nell’11% di polistirene, entrambi polimeri.
La contaminazione potrebbe dunque partire dai tappi di plastica con i quali le bottiglie sono sigillate.
«Non stiamo puntando il dito contro una marca in particolare – ha detto Sherri Mason, chimica che ha preso parte allo studio –. Vogliamo però dimostrare come la plastica sia diventata un elemento talmente pervasivo nella nostra società da essere presente anche nell’acqua che beviamo».
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