Per gli uccelli migratori, la trasvolata sul Mediterraneo in primavera e autunno costituisce la fase più critica dei loro viaggi annuali tra l’Africa e l’Europa. Cambiamenti climatici, modificazioni degli habitat e caccia illegale stanno mettendo sempre più alle strette il popolo alato in tutto il bacino del Mare Nostrum, destando forte preoccupazione tra gli esperti per il rapido declino che alcune popolazioni stanno subendo.
Un volo pieno di insidie
Il fenomeno del bracconaggio non va letto come una piaga solo nazionale perché – purtroppo – coinvolge molte altre nazioni del bacino del Mediterraneo. Come rivelato da uno degli ultimi report di BirdLife International, sono in totale 25 milioni gli uccelli che ogni hanno non riescono a portare a termine il viaggio verso il nord Europa a causa della caccia illegale all’interno di quest’area. L’80% delle uccisioni (pari a 20 milioni di uccelli) si concentrano in 10 Paesi. Al primo posto troviamo l’Egitto (5,7 milioni) a cui segue l’Italia, con una media di 5,6 milioni di uccelli uccisi ogni anno (il numero è compreso tra i 3,4 e i 7,4 milioni). Al terzo posto c’è la Siria (3,9), seguita dal Libano (2,6) e Cipro (2,3). In sesta posizione la Grecia (700mila) mentre Francia, Croazia e Libia occupano lo stesso livello con 500mila uccelli uccisi ciascuno. Chiude la classifica delle top ten l’Albania (300mila).
Se si considerano le singole aree, la peggiore per illegal killing risulta essere Famagosta, sull’isola di Cipro (690milaccelli uccisi), mentre Malta presenta il maggior numero di uccisioni per chilometro quadrato.
Le specie più colpite
Tra le vittime più frequenti dell’illegal killing nel Mediterraneo compaiono il fringuello (2,9 milioni di esemplari uccisi ogni anno), la capinera (1,8 milioni), la quaglia (1,6 milioni) e il tordo bottaccio (1,2 milioni), oltre a specie classificate Vulnerabili dalla Lista rossa come il chiurlo maggiore.
Approfondisci gratuitamente l’articolo su Rivista Natura Air di luglio
Sul numero di luglio di Rivista Natura Air a pagina 19, un’ampia inchiesta fa il punto della situazione sul fenomeno del bracconaggio in Italia che, prima di altri Paesi, si è recentemente dotata di un piano d’azione di contrasto, come richiesto dall’Unione Europa.
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