Cinquecento chilometri attraverso cinque Regioni italiane – Abruzzo, Lazio, Molise, Campania e Basilicata –, da percorrere a piedi in quattro settimane. Il “Grande Cammino dei Briganti”, nuovo itinerario della rete della Compagnia dei Cammini inaugurato il 9 aprile scorso, collega le principali tappe storiche del brigantaggio meridionale.
Nato da un’idea di Luca Gianotti, coordinatore della Compagnia che aveva già progettato il primo Cammino dei Briganti, il nuovo percorso parte da Sante Marie o da Tagliacozzo, in provincia de L’Aquila, e arriva fino a Potenza sulle orme del generale Borjes, celebre brigante che ai tempi dell’unificazione dell’Italia fuggì dal Vulture tentando di mettersi in salvo nello Stato Pontificio.
Un tuffo nella storia, nelle tradizioni, nella natura e nella cultura meridionali, una storia di povertà e di oppressione, in cui i briganti si opponevano al potere sabaudo – i nuovi padroni arrivati dal Nord – mettendo in atto vere e proprie azioni di guerriglia e muovendosi clandestinamente.
In quel periodo, come racconta Gianotti: «I briganti furono migliaia. Basti pensare che nel 1861 agivano 39 bande in Abruzzo, 42 al confine con lo Stato Pontificio, 15 nel Molise, 47 nell’entroterra irpino e lucano».
Lungo il “Grande Cammino dei Briganti” – la cui durata può arrivare a 35 giorni se unito al tradizionale “Cammino dei Briganti” – si raggiungono ogni giorno luoghi importanti per la storia del brigantaggio e ogni tappa porta il nome di un brigante diverso, per conoscerli e capire chi erano.
Ciascun camminatore può ritirare il suo “salvacondotto” all’inizio per mettere un timbro a ogni tappa.