La capinera è un piccolo silvide che è riuscito a salvarsi dal drastico calo delle siepi e delle macchie cespugliose in campagna, adattandosi a colonizzare parchi urbani e grandi giardini. In campagna è ancora comune laddove ci sono filari di arbusti a delimitare i confini dei campi e dove qualche boschetto resiste alla “fame” di spazio data dalle esigenze della monocoltura. È una specie molto schiva e spesso è il solo canto a tradirne la presenza tra la vegetazione. A proposito del canto dobbiamo dire che il maschio è un cantore sublime e le sue note in primavera sembrano inneggiare alla bella stagione appena arrivata; naturalmente il suo unico intento è di attirare una femmina nei paraggi per poi corteggiarla con un buffo cerimoniale, costituito da arruffamenti del piumaggio con le ali tenute aperte e vibranti. In inverno la capinera si può attirare alle mangiatoie con granaglie e pezzetti di frutta aumentando così la possibilità di fotografarla, mentre nelle altre stagioni la sua fotografia è abbastanza occasionale, magari mentre si è appostati per altre specie. Le siepi, come abbiamo ricordato, rappresentano un ottimo ambiente per la capinera, ma per attirarla allo scoperto può essere utile offrirle del cibo. Alcune mele tagliate e gettate ai bordi di una siepe di rosa canina hanno avuto l’esito sperato, permettendomi di immortalare questa simpatica femminuccia mentre è uscita dal groviglio della vegetazione, attirata dai frutti. Ovviamente erano diversi giorni che portavo le mele sotto la siepe e quindi, la fonte di cibo era già stata individuata non solo dalla capinera, ma anche da merli e ghiandaie. Il mio nascondiglio è stato ricavato ai lati della siepe stessa utilizzando i classici teli mimetici a foglia, reperibili in qualsiasi negozio di caccia o negli store on-line.
Come è stata scattata la foto
Ho usato un 300 mm montato su fotocamera Nikon formato DX.
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