L’Italia è il primo consumatore di carne equina del Vecchio Continente eppure qualcosa sta cambiando.
Secondo i dati Istat il consumo di carne di cavallo ha avuto un tracollo del 47% negli ultimi 5 anni, passando da 53.234 capi macellati nel 2013 ai 28.181 dello scorso anno.
La sfida alle tradizioni delle nuove generazioni
La carne di cavallo è ancora diffusa in ambito regionale rappresentando spesso la base di diverse ricette locali.
Tuttavia, grazie alle campagne di sensibilizzazione condotte dalle associazioni animaliste – tra cui #viaggisenzaritorno di Essere Animali – il consumo di carne equina è in calo.
«Grazie all’impegno delle nuove generazioni le tradizioni stanno cambiando – ha detto l’associazione animalista -. Nel 1997 erano 240mila i cavalli macellati, segno che le tradizioni culinarie possono evolversi e mutare. La sfida per cancellare la sofferenza dei cavalli e di tutti gli altri animali allevati per diventare cibo è appena iniziata».
Un alimento taboo
Il nostro Paese è il decimo produttore mondiale di carne di cavallo e uno dei maggiori consumatori. Al contrario, in alcune culture il consumo di carne di cavallo è un taboo: è il caso dei paesi anglosassoni, dove il cavallo è visto come un animale d’affezione e che, quindi, gode di maggiore protezione e considerazione.
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