In una casa su tre c’è un animale e la metà è stata salvata dalla strada. Sono questi i dati del dossier di Coldiretti “Gli animali nelle case degli italiani”, presentato in occasione di Sant’Antonio Abate, il santo patrono degli animali.
Quanti sono gli animali in Italia
Secondo gli ultimi dati – si legge nel report – sono oltre 14 milioni i cani e i gatti in Italia, ai quali si aggiungono 3 milioni di conigli e tartarughe, 13 milioni di uccelli e 30 milioni di pesci.
Gli animali sono considerati veri e propri membri della famiglia: portano serenità e gioia (secondo il 43% del campione che ha preso parte all’indagine condotta da GfK Eurisko), allegria e divertimento (36%), pace e tranquillità (16%) e sicurezza (6%). Non solo: secondo i proprietari, gli animali di casa contribuiscono anche a migliorare la qualità della vita stimolando a svolgere attività fisica (94%), favoriscono la socialità e la comunicazione (81%) e hanno persino effetti positivi sulla salute psicologica (95%).
Cresce la spesa per veterinari e cibo
Per l’alimentazione del proprio animale gli italiani spendono complessivamente 2 miliardi di Euro all’anno, dai 30 ai 100 Euro al mese.
Tra le voci di spesa più significative c’è quella delle cure veterinarie, la cui richiesta è cresciuta dell’89% negli ultimi cinque anni.
Inoltre, sale anche la richiesta di nuovi servizi – come beauty farm e pensioni per cani e gatti – che ha fatto segnare un aumento del 43,7% nel quinquennio passato.
Più consapevolezza nelle adozioni
Oltre il 50% degli animali presenti nelle famiglie italiane proviene da strutture di ricovero (canili e gattili) o è stato salvato direttamente dalla strada.
Numeri importanti, che indicano la maggiore sensibilità degli italiani contro gli abbandoni.
Tuttavia, non si arresta la richiesta di cuccioli di cani di razza provenienti dall’Est Europa. Il numero di cani che passano illegalmente le frontiera è difficile da quantificare, ma i sequestri da parte delle forze dell’ordine sono pressoché quotidiani.
Secondo i dati della Lav, il traffico dei cuccioli è un vero e proprio business che movimenta circa 300 milioni di Euro all’anno, legato al valore economico degli animali. Cuccioli dell’Est che nei paesi d’origine sono acquistati a circa 60 Euro vengono poi venduti a prezzi anche fino a 20 volte superiori.
Ciò compensa ampiamente anche le perdite dovute all’alta mortalità dei cuccioli: si stima che sia intorno al 50% tra il trasporto e dopo l’arrivo in Italia. Tra le cause del decesso c’è il precoce distacco dalla madre, che causa ai cuccioli traumi affettivi e problemi di salute. Privi delle difese immunitarie, i piccoli sono esposti a malattie mortali come il cimurro, la parvovirosi e la rabbia.
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