Per l’elefante marino settentrionale (Mirounga angustirostris), della famiglia dei Focidi, rimanere grassi è un duro impegno quotidiano.
Le femmine della specie compiono ardue migrazioni che durano due mesi dopo essersi riprodotte nell’Oceano Pacifico nord-orientale. Durante la migrazione trascorrono più di 20 ore ogni giorno in immersione profonda per nutrirsi di una grande quantità di piccoli pesci, per guadagnare il grasso corporeo essenziale per la riproduzione e per ottenere l’isolamento termico necessario per affrontare le rigide temperature.
Alcuni ricercatori dell’Università di St. Andrews in Scozia hanno condotto lo studio fino a oggi più approfondito sul comportamento alimentare degli elefanti marini settentrionali, che è stato pubblicato sulla rivista Science Advances.
«Non è facile ingrassare» ha detto il biologo marino Taiki Adachi, che con i colleghi ricercatori ha seguito 48 femmine di elefante marino del Año Nuevo State Park in California, sito di un’importante colonia di riproduzione, mentre percorrevano grandi distanze oceaniche. La loro migrazione in andata e ritorno ha coperto una distanza di circa 6.000 km.
I ricercatori hanno elaborato i dati ottenuti utilizzando tre piccoli dispositivi rimovibili: uno attaccato sotto la mascella, che contava il numero di volte che si nutrivano e misurava la loro profondità; un localizzatore satellitare che forniva informazioni sulla posizione e una videocamera intelligente con un flash di luce LED a infrarossi.
Gli elefanti marini settentrionali prendono il loro nome dai nasi prominenti dei maschi che assomigliano alla proboscide di un elefante. Ci sono due specie, l’elefante marino settentrionale e l’elefante marino meridionale, leggermente più grande. Sono i due Focidi più grandi del mondo e i più grandi mammiferi marini escluse le balene.
Gli elefanti marini settentrionali maschi possono raggiungere i 4 metri e pesare fino a 2.000 kg. Le femmine sono più piccole.
Alcuni grandi mammiferi marini s’immergono in profondità per procurarsi il cibo. I capodogli, per esempio, cacciano prede grandi, come i calamari giganti.
Le femmine di elefante marino, invece, adottano una soluzione opposta: si nutrono di enormi quantità di piccoli pesci. Ma è un’attività laboriosa e faticosa.
Le femmine di elefante marino «s’immergono continuamente, per lunghi periodi di tempo – 20 minuti in media e circa 100 minuti al massimo – e in profondità, con solo pochi minuti di respirazione in superficie» ha detto Adachi.
«Durante la migrazione, che dura due mesi, non tornano mai a terra».
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