Stagione da record per la cicogna bianca in Calabria, dove sono state registrare le nascite di 69 giovani individui.
I piccoli sono nati dalle 23 coppie nidificanti, di cui 15 nella Piana di Sibari (CS), 7 nella Valle del Crati (CS) e 1 nella Valle del Neto (KR).
I numeri sono stati resi noti dai volontari della sezione LIPU di Rende che – anche quest’anno – hanno costantemente monitorato i nidi
Aumentano le coppie
Un dato positivo per lo stato di salute della cicogna bianca in Calabria è stato l’incremento di due nuove coppie nella Valle del Crati che, da cinque presenti nel 2018, passano quest’anno a sette.
Anche la Piana di Sibari ha avuto una nuova coppia, ma nel conteggio complessivo quest’area passa da 16 coppie del 2018 a 15 di quest’anno, poiché due storiche coppie, presenti negli anni passati, non si sono più riprodotte.
«In compenso, però, in quest’area a inizio stagione si sono formate tre nuove coppie che, tuttavia, non hanno portato a termine la riproduzione; si tratta presumibilmente di individui giovani alla prima esperienza – spiega la LIPU –. La stessa cosa è avvenuta nella Valle dell’Esaro (CS), dove l’unica coppia presente ha abbandonato la cova dopo circa tre settimane».
Cova influenzata dal meteo
Il basso tasso di natalità nella zona della Piana di Sibari sarebbe da imputare alle condizioni meteo.
«Le piogge e il freddo anomalo e intenso che nel mese di maggio hanno colpito la nostra regione potrebbero avere avuto un ruolo determinante – spiega l’associazione –. Le basse temperature potrebbero aver portato alla morte alcuni embrioni che, per completare il loro sviluppo, hanno bisogno di una temperatura costante».
Un codice identificativo per riconoscerle
Diciotto delle 69 giovani cicogne nate sono successivamente state marcate tramite l’apposizione al tarso di un anello con un codice alfanumerico rilasciato dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
«L’anello rappresenta una sorta di carta d’identità per ogni singolo individuo e, in caso di avvistamenti successivi, il suo codice alfanumerico darà informazioni utilissime sulle rotte migratorie, di sosta e di riproduzione di questi meravigliosi uccelli», conclude l’associazione.
Ma, soprattutto, consentirà di capire se questi individui inanellati torneranno a riprodursi in Calabria, dove sono nati, o in qualche altro angolo di Italia o d’Europa.
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