di Luciano Ruggieri
Quando ho iniziato a interessarmi all’osservazione degli uccelli, trentotto anni fa, c’erano alcune specie che più di altre solleticavano la mia curiosità. Soprattutto i rapaci erano tra i miei preferiti, non solo perchè erano più rari, ma anche per le loro abitudini di caccia e di predazione.
Tra questi, quelli che mi piacevano di più erano i rapaci che si nutrivano di pesce, perchè rappresentavano un legame tra due aspetti della materia fisica più affascinanti, l’acqua e l’aria.
Un animale che padroneggiava le correnti aeree, che si sentiva a casa nei cieli, doveva venire a patti con un altro elemento, l’acqua, che non era proprio il suo. Un aspetto insolito mi dicevo, visto che nessuno di questi rapaci sapeva nuotare: una manovra sbagliata significava trovarsi le penne bagnate e annegare miseramente in poco tempo.
I rapaci di cui sto parlando sono l’aquila di mare e il falco pescatore. Di questo gruppo di uccelli c’è anche il falco di palude, ma ai miei occhi non era allo stesso livello dei precedenti: vive in palude che è un ambiente di transizione tra acqua e terra.
Sia l’aquila di mare, sia il falco pescatore nidificavano in Italia. Purtroppo in Italia entrambi si sono estinti a causa delle persecuzioni dirette intorno agli anni ’60. Storie molto tristi di animali abbattuti per collezionismo e poi impagliati, o di giovani rubati dal nido e portati in giro in gabbia fino alla loro morte per stenti.
La notizia clamorosa di questi giorni è quella del titolo: il falco pescatore è tornato a nidificare in Sardegna dopo 51 anni dalla sua estinzione! E non lo fa grazie all’aiuto dell’uomo, come è accaduto con il progetto di reintroduzione in Maremma, ma autonomamente!
L’evento si sta verificando presso il Parco Regionale e Area Marina Protetta di Porto Conte, presso Alghero. I due giovani accuditi dalla coppia di falchi pescatori che hanno posto il loro grande nido su roccia, sono ora pronti a spiccare il volo!
Sul ritorno del falco pescatore in Sardegna si era già sussurrato in passato. Qualcuno lo dava presente a Pan di Zucchero, sulla costa sudoccidentale; anni fa ero anche andato a vedere, senza successo. Sicuramente al nuovo insediamento ha contribuito l’incremento della popolazione svernante in Sardegna con ben 22 individui censiti dagli amici Pinna e Fozzi nel 2018, ma chiaramente esistono fattori intrinseci che gli ornitologi stentano a comprendere senza coinvolgere aspetti emotivi e “di pancia”, quello che viene indicato come “magnetismo ecologico”.
Si pensi, infatti, che non proprio a caso l’area di Porto Conte è prossima a una delle ultime roccaforti del falco pescatore in Sardegna, cioè il bellissimo Capo Caccia, dove la specie era presente fino al 1955!
Un ritorno importante, perchè non determinato o facilitato dall’uomo con la tecnica dell’hacking, cioè con l’inserimento in Natura di giovani nati in cattività!
Ma chissà se in tutto questo i due mesi di lockdown forzato e di assenza del genere umano in giro per mare o per terra non abbia contribuito a facilitare la nidificazione!
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