L’andamento meteorologico delle ultime stagioni ha fatto registrare una massiccia infestazione di afide del cipresso in Trentino. La presenza del parassita è facilmente visibile, perché causa diffusi disseccamenti delle chiome e può, in qualche caso, portare anche alla morte della pianta. Quest’estate i cipressi trentini sono stati messi a dura prova da una massiccia infestazione dell’ afide Cinara cupressi. Sia nelle zone dove la pianta vegeta naturalmente, come l’Alto Garda, sia laddove è utilizzata a scopo ornamentale.
Gli adulti dell’afide, lunghi massimo 4 millimetri, non sono facilmente visibili sulle chiome e per questo il danno, nelle fasi iniziali, rischia di essere confuso con altre patologie. Già durante la primavera, però, le fronde colpite assumono un colore giallastro, che vira al rosso-bruno nel prosieguo della stagione.
Gli interventi di “salvataggio”
Dopo manifestazioni di particolare intensità, come è avvenuto quest’anno, è necessario pianificare interventi preventivi da eseguire entro la prossima primavera. Il Gruppo Foreste della Fondazione Mach, in collaborazione con le giardinerie comunali, il Servizio fitosanitario della Regione Veneto e l’Università di Padova, sta seguendo l’evolversi dell’attacco, approfondendo gli aspetti bioecologici e valutando le capacità di recupero delle piante colpite. In particolare, l’ente di San Michele all’Adige sta lavorando alla stesura di un protocollo operativo per il monitoraggio e il controllo delle infestazioni.
La lotta al parassita non è facile. “Dopo manifestazioni particolarmente intense come quelle di quest’anno – spiegano gli esperti della Fondazione Mach – è opportuno pianificare interventi preventivi da eseguire possibilmente non oltre marzo, con prodotti fitosanitari a bassa tossicità. Interventi nel corso dell’estate non sono di alcuna utilità, a causa delle peculiarità del ciclo di sviluppo dell’insetto”. Possono invece risultare utili misure preventive indirette, come la concimazione organica del terreno e l’irrigazione di supporto in caso di siccità. Inoltre si può ricorrere a lavaggi delle chiome ad alta pressione.
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